domenica 1 dicembre 2013

Elezioni Europee 2014. Grillo, già partito... Magdi Allam, insegue

Prima domenica di dicembre molto intensa. 
E' la prima senza il Caimano sul palcoscenico, per cui va benissimo che i ragazzi movimentisti e quelli dei vari partiti si siano finalmente sfogati. 
Era ora che ci fosse spazio anche per loro. Sono passati pochi giorni dal voto in Senato e non sembra vero che ci siano dei vuoti da riempire sulla scena. 
Così si inizia a vedere qualcosa di diverso.
Renzi è arrivato all’ultima settimana prima del voto delle primarie, annusa il pericolo di un flop nella partecipazione dei militanti e simpatizzanti e allora fa finta di incalzare il governo e lancia un ultimatum a Letta dalle colonne amiche di Repubblica con un'intervista.
Intanto nel pomeriggio si svolge il terzo Vaffa-day di Genova, dove Beppe Grillo, come da copione, ha predicato alle folle e si è proposto per un’opera di pura misericordia cristiana, vuole dare l’estrema unzione ai partiti che sono in Parlamento.
Non si è fermato lì, lo slogan della manifestazione, “andare oltre”, l’ha impegnato anche in un assalto al Colle, chiedendo la destituzione di Napolitano. 
Una volta esauriti i fuochi d’artificio, è sceso sul piano operativo, a parlare di economia: vuole ridiscutere i trattati con l’Europa. Più che uscire dall’euro, cosa possibile, dice che c’è da combattere il declino economico e la dispersione dei nostri giovani verso l’estero.
Qui la faccenda è maledettamente seria, non si tratta di tirare qualche palla di neve contro un palazzo romano, ci sono di mezzo interessi enormi, che nella storia hanno portato sovente i popoli in guerra tra loro.
Ieri, sul giornale L'Indipendenza.com, Gian Luigi Lombardi Cerri ha scritto un articolo, titolato “No euro day”, per rilevare la banalità dell’approccio al tema da parte della nuova Lega di Matteo Salvini, che improvvisamente è diventato critico verso l’euro.  
Il tema è difficile, come è emerso chiaramente al mattino in una bella puntata di Omnibus su La7, con Magdi Allam, alcuni giornalisti  e il sondaggista Amadori.
Tutti hanno concordato che così non si può andare avanti, auspicando delle serie riforme per cambiare passo. Allam ha ribattuto la sua posizione  ossia che il difetto sta nel manico,  nella sudditanza verso l’Euro, la BCE e l’Europa del Fiscal compact e del MES.
Un giornalista tedesco in studio ha ironizzato, ma subito dopo, quando Amadori ha sciorinato i dati di un sondaggio che aveva preparato appositamente per la trasmissione, con il dato di circa 30% di italiani euroscettici, secondo lui sottostimato per via della domanda troppo diretta, in studio improvvisamente le tesi espresse da Magdi Allam sono risultate politicamente percorribili, tali da poter avere un bacino elettorale importante.
Se fosse così, vuol dire che per lui si possono aprire degli spazi molto grandi, che vanno ben al di là del semplice sdoganamento di una posizione che è stata fino ad ora ultra-minoritaria a livello nazionale. Così si capisce bene perché la Lega scaltramente cerchi di accreditarsi contro l’Euro, cercando di appropriarsi di uno spazio politico nuovo.
In conclusione, tra pochi mesi, a maggio, si andrà a votare e gli elettori non aspetteranno certo che finisca l’anno, come vuole il PD, per giudicare sia il Governo delle nuove e scadenti intese, che la finta opposizione forzista.
La campagna elettorale per le elezioni europee è già partita, quella di Renzi forse è quasi finita.