venerdì 11 gennaio 2013

IL CAIMANO E IL "PORCELLUM"



In TV, come al solito, i grossi partiti stanno divorano tutti gli spazi, altro che par condicio, i partiti minori sono sistematicamente esclusi. Giovedì 11 gennaio: il segretario del PD Bersani in RAI a Porta a Porta, mentre all’ora di cena al momento dell’ammazzacaffè, su La7 dalla Gruber, compare un altro leader storico del PD, Massimo D’Alema. Dopo Matteo Renzi rivedere la Volpe del Tavoliere, come lo chiama Marco Travaglio, è come mettere un 45 giri in un mangiadischi con le pile scariche: lento, macchinoso, noioso e lievemente irritante. Però, guarda caso, si è posizionato appena prima del suo avversario di sempre, a far da traino al “compare” di infinite trattative e accordi sottobanco, nel corso di quasi vent’anni di dominio della scena politica. Appena i due escono di scena, cambia tutto.
Servizio pubblico è un’altra storia: la scenografia è ben studiata, dispone al meglio sul palco i due big: Santoro e Berlusconi. Gli ascolti volano, registrano un’impennata, al 33% di share, è un record che condividono, con intima soddisfazione. Sono uomini di spettacolo, che sanno far rendere il palcoscenico, con reciproca stima, come dice la gente: cane non mangia cane. Basta fare un po’ di zapping tra i vari canali per vedere che il confronto tra i candidati alle prossime elezioni politiche è impari: il Caimano è ancora nettamente il più forte. Come se in questi anni non fosse successo niente, siamo ancora fermi alla campagna elettorale del  2006, con Bersani al posto di Prodi, da un emiliano finto-buono all’altro, e i calcoli sui seggi traballano ancora come allora. Il furbesco disegno politico di Bersani e compagnia, che ha fatto di tutto per votare con il sistema elettorale attuale, il “porcellum”, per vincere facile, non tiene più.
Ogni giorno che passa il Caimano divora pezzi dei suoi avversari e recupera voti. Adesso può permettersi di andare a caccia del pezzo più pregiato, la mitica “Anatra Zoppa” del Senato. Si muove da solo, come al solito, non ha bisogno della sua lista di candidati, che sono ancora sconosciuti. Agisce con una rapidità impressionante, nello schema consolidato di “uno contro tutti”, del referendum pro o contro la sua persona, come sostiene Giorgio Galli nel libro Stella e Corona (Solfanelli Editore, II ed. 2012).

 “Per quanto lontane siano le elezioni, 45 giorni sono tanti, resta altamente improbabile che la sua (Berlusconi n.d.r.) pur trascinante campagna elettorale gli valga un riaggancio al favoritissimo Pd. Ma la statura comunicazionale dei contendenti, l'insopportabile Monti e il moscio Bersani, resta nettamente inferiore…”  commenta Sergio Luciano su Affaritaliani.it, che conclude “E se per assurdo si verificasse l'impensabile, cioè appunto il riaggancio del Cavaliere, allora sì che il popolo piddino dovrebbe mille volte schiaffeggiarsi per aver bloccato in panchina l'unico che, quanto a chiacchiere, poteva battere il Cavaliere: Matteo Renzi.”


immagine tratta da 
http://www.ilsanguedalnaso.com/la-posta-del-caimano-10/