mercoledì 2 gennaio 2013


ELEZIONI Politiche per Monti  e Grillo 



Con il "Porcellum" si ritrovano nella stessa situazione


Due facce, una solo moneta:  Monti e Grillo si trovano accomunati in una situazione identica. Non vogliono o non possono candidarsi, ma vorrebbero capeggiare le rispettive formazioni.
Il problema ha una possibile e legittima soluzione, che ho esposto con l'articolo pubblicato da L'Indipendenza.com del 26 dicembre, facendo rilevare che nelle pieghe del nostro complicato ordinamento elettorale esiste una  seria possibilità di loro candidatura, che non è una candidatura, una configurazione che ha quasi dell’incredibile, che pare che sia stata studiata e approntata appositamente  per loro.
Un attento studioso e collaboratore del giornale on line, Francesco Maria Agnoli subito dopo ha rilevato che:” In ogni caso, anche se qualche costituzionalista sembra pensarla  in modo diverso, una cosa  dovrebbe essere  abbastanza evidente: Monti non può  candidarsi, nel senso che non può presentarsi agli elettori…”
Invece si, è possibile. Si può presentare davanti agli elettori con i galloni da generale, senza farsi votare direttamente. Il trucco c’è ma non si vede. La soluzione per Monti, e quindi per Grillo, è nella attuale legge elettorale, il porcellum, la legge 270/05, che ha introdotto la figura del “Capo della forza politica”, che non è da confondere con il capolista di una lista. La differenza è enorme, mi spiego meglio usando una metafora: concettualmente sono come l’allenatore e il capitano della squadra.
Questa nuova figura di allenatore-capo è stata introdotta nel settembre 2005 per trovare una sistemazione dignitosa a Romano Prodi,  che stava per fare le primarie dell’Unione per tale posizione senza che vi fosse un posto pronto a tale scopo.  Silvio Berlusconi e i suoi solerti tecnici hanno subito trovato la soluzione che poteva andare a pennello, intitolata poi al sempre disponibile leghista bergamasco Calderoli.
La nuova configurazione è quella di un allenatore con più capitani giocatori.
Infatti, il Cavaliere si era predisposto a competere per le Politiche 2013 su questo schema, purtroppo per lui si è trovato con il solo Alfano, si è accorto che il gioco così non può girare e funziona male. Anche per questo aveva fatto l’offerta a Monti di cedergli il suo posto di “allenatore”, che però avrebbe sempre tenuto per coda.
Insomma, questa figura di “Capo” appare politicamente necessaria, anche se la gestione è molto difficile, ci vuole flessibilità e non basta, come ha dimostrato la legislatura attuale, iniziata nel 2008 sotto il segno di Veltroni e Berlusconi, finita come con ben altre figure: Bersani, che ha sostituito il badogliano ex-segretario Pd, e Monti, che ha disarcionato l’appesantito Cavaliere.
A ben vedere la legge non prevede cambiamenti di formazioni, come è avvenuto con la scissione di Fini e del FLI e l’ingresso della Santanchè al governo, oppure subentri di allenatori con i due passi indietro di Veltroni, che da allenatore-capitano-giocatore si è accontentato di un misero posto da giocatore in panchina.
Si è già detto che giuridicamente la figura del capo-coalizione introdotta nel 2005 è quasi indefinita, non è previsto alcun requisito minimo, della serie più una cosa è importante e meno si dice. Così, potrebbe essere un uomo o una donna qualsiasi, con la fedina penale pulita o lunga un chilometro, un cittadino italiano, comunitario oppure un extracomunitario, forse sarebbe possibile che sia anche minorenne. Tutto è ammesso, perché non è vietato, quindi che sia anche un senatore a vita, come Monti. Oppure che si trovi nella situazione di Beppe Grillo con una condanna sulle spalle. Non è detto che il “capo” sia poi anche candidato alla Camera o al Senato, può tranquillamente non presentare il suo nome nelle liste, in tal caso resterà una figura esterna al Parlamento. Certo, non avrà diritto alle prebende e alle garanzie costituzionali che possiede un parlamentare, comunque potrà avere degli incarichi di governo, anche la nomina a premier. Oppure essere intervistato un giorno si e no da tutti i TG, che è la cosa che conta di più.
La normativa attuale consente questo escamotage, per cui Monti e Grillo possono legittimamente concorrere alle prossime elezioni politiche del 24 febbraio 2013 come leader delle loro coalizioni e nel caso di Monti, mantenendo il seggio al Senato che gli ha regalato il presidente Napolitano.
Sono queste le ragioni che hanno indotto a elezioni anticipate, tutto per non fare la riforma elettorale, per sfruttare a pieno i trucchi del “porcellum”, che altrimenti non avrebbero potuto utilizzare.
Sono armi che i vari Fini, Casini, D’Alema, Berlusconi e Bersani hanno voluto mantenere intatte nell’arsenale della nostra sgangherata Repubblica, ma che sono a doppio taglio. Ora possono consentire a Mario Monti di superare il blocco del seggio senatoriale avuto in regalo a garanzia della sua non candidatura, così come a Grillo di giocare la sua partita da allenatore a pieno titolo, senza correre il rischio di trovarsi bloccato nella palude della Camera o del Senato, lanciando l’assalto alle trincee nemiche da una posizione privilegiata.