martedì 13 maggio 2014

Arresti a Milano, Novara e Roma. Dal "Sistema Sesto", al sistema "Scajola" a Expo


Sono passati da poco vent’anni dall’esplosione di tangentopoli che si è arrivati a toccare con mano un altro sistema, peggiore del precedente, che ha preso il nome dalla città dove il caso è emerso con chiarezza – Sesto San Giovanni – ma avrebbe potuto chiamarsi tranquillamente “sistema Roma”. In che cosa consiste è presto detto. Nel 1994 Filippo Penati diventa sindaco di Sesto e si ritrova a gestire il risultato della chiusura di parecchi stabilimenti, come la Falk e la Magneti Marelli, con il ritorno sul mercato immobiliare di enormi aree urbane, da regolamentare tramite piano regolatore. Da sindaco a gestore il passo è breve, come ha messo in evidenza uno dei protagonisti di quel periodo,Piero Di Caterina, che alla fine si è ribellato alla “gestione” familistica della cosa pubblica da parte di gruppi di potere, che utilizzano i partiti per fare affari personali. Di Caterina tre anni fa ha iniziato a raccontare del sistema di gestione del Comune di Sesto e la procura di Monza ha svolto delle accurate indagini individuando tutta la “banda” del sistema Sesto. Una squadra assortita capitanata da Filippo Penati, nel 2009 è arrivato fino a Roma, a controllare il PD, nel periodo della segreteria Bersani, come braccio destro dell’ex-segretario.
Settimana scorsa, giovedì 8 maggio, quasi in contemporanea sono scoppiate quattro bombe giudiziarie: l’arresto del forzista Scajola, presunto ponte tra ndrangheta e centro destra, l’EXPO con sette arresti nel sottobosco politico legato agli appalti, poi sette arresti nel mondo della finanza con i fratelli Magnoni (con il famoso conto coperto “Quercia”) per il crack SOPAF, infine altri quattro arresti tra Novara e Milano sulla materia ambientale e dei rifiuti con un nome pesante per la politica milanese....
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