giovedì 31 ottobre 2013

Primo incontro "Le parole della Politica" alla Società Umanitaria: DEBITOCRAZIA

Società Umanitaria di Milano. Mercoledì 30 ottobre si è svolto il primo incontro del ciclo "Le parole della Politica" con (da sinistra) Alfredo Marini, Daniele Vittorio Comero, Giorgio Galli e Nicola Walter Palmieri. La parola che è ha fatto da sfondo è stata: DEBITOCRAZIAIl tema è quello delle democrazie europee e americana alle prese con debiti pubblici ingestibili, prendendo spunto dal libro di N. W. Palmieri "Guerre della Finanza", appena pubblicato da CEDAM.

martedì 29 ottobre 2013

Obama, il dollaro e l’Europa: tutti sul orlo di una crisi


Leggendo i giornali, a volte, viene il dubbio che diluire il latte con acqua, vendere olio d’oliva come extravergine o raschiare monete d’oro siano operazione consentite, quasi normali. Con la scusa che fanno così in tanti, allora tutto è concesso. E’ il caso degli USA e di Obama, oggi nell’occhio del ciclone per aver sostenuto un complesso sistema di intercettazioni delle comunicazioni a tutti i livelli, con la giustificazione di una presunta difesa della sicurezza nazionale.
Passata l’infatuazione che ha contagiato il mondo occidentale verso il nuovo politico, culminata con la consegna ex-ante del premio Nobel per la pace, ora emergono i lati oscuri di Obama.
In questi ultimi anni, con la scusa della crisi finanziaria dei mutui sub-prime del 2007-2008, scoppiata con Bush junior, il problema maggiore non è quello delle “spiate” invadenti, bensì quello di inondare il mercato mondiale di dollari. La situazione appare critica: gli americani producono più dollari che beni reali, è come se stessero allungando con acqua il vino prodotto negli anni scorsi, per far tornare i conti.
Si ha così l’effetto di mettere fuori gioco chi produce veramente ricchezza. Come si può immaginare, la quantità di interessi è enorme, per cui la posta in gioco è altissima, ed è visibile nei continui contrasti sui mercati finanziari, che schiacciano l’economia reale.
Sono in corso delle vere e proprie “Guerre della finanza” – titolo di un libro appena uscito per i tipi della CEDAM – scritto da Nicola Walter Palmieri, che ieri è stato presentato all’Hotel dei Cavalieri e domani alla Società Umanitaria di Milano (30 ottobre, alle ore 17).
L'articolo prosegue sul giornale on line: 

lunedì 21 ottobre 2013

DEMOCRAZIE INDEBITATE


 Invito incontri del 28 e 30 ottobre -Presentazione libro "GUERRE della FINANZA"
Le notizie di questi giorni e degli ultimi mesi sono tutte concentrate sulle nuove tasse,
la Legge di Stabilità e il problema del debito pubblico italiano e americano.
Si segnalano due incontri che si svolgeranno su questi temi settimana prossima,
prendendo spunto dal libro, fresco di stampa, "Guerre della Finanza"
di Nicola Walter Palmieri, aperti a tutti:
 
 
-il primo incontro lunedi 28 ottobre, nella splendida cornice dell'Hotel dei Cavalieri,  p.zza Missori 1,
 
-il secondo incontro mercoledì 30 ottobre nella prestigiosa sede della Società Umanitaria, Via S.Barnaba 48, ore 17.00.
 
Interverranno: Giorgio Galli, Luciano Garibaldi, Alfredo Marini, Nicola Walter Palmieri e il qui presente blogger. 

DEMOCRAZIE INDEBITATE
 Invito incontri del 28 e 30 ottobre -Presentazione libro "GUERRE della FINANZA"
 
Le notizie di questi giorni e degli ultimi mesi sono tutte concentrate sulle nuove tasse,
la Legge di Stabilità e il problema del debito pubblico italiano e americano.
Si segnalano due incontri che si svolgeranno su questi temi settimana prossima,
prendendo spunto dal libro, fresco di stampa, "Guerre della Finanza"
di Nicola Walter Palmieri, come da allegati inviti:
 
-il primo incontro lunedi 28 ottobre, nella splendida cornice dell'Hotel dei Cavalieri,  p.zza Missori 1,
 
-il secondo incontro mercoledì 30 ottobre nella prestigiosa sede della Società Umanitaria, Via S.Barnaba 48, ore 17.00.
 
Interverranno: Giorgio Galli, Luciano Garibaldi, Alfredo Marini, Nicola Walter Palmieri e Daniele Vittorio Comero. 

giovedì 17 ottobre 2013

Manovra economica del governo e "Guerre della Finanza"




Martedi 15 ottobre alla trasmissione PANE AL PANE, con il direttore Luca Levati, si è ragionato sulla situazione economica tra:

- Giorgio Galli, in collegamento telefonico

Daniele V. Comero 

- Walter Nicola Palmieri
    che ha presentato il suo libro
   "Guerre della Finanza", CEDAM


















(nella foto ripresa nello studio, da sinistra: Palmieri, Levati e Comero)



lunedì 14 ottobre 2013

In onore di LICIA. Dialogo con l'ex-ministro della difesa Arturo Parisi.

Le reazione alla scomparsa di Licia Cossetto sono state molto toccanti. Tante persone hanno appreso della storia personale di Licia e del confine orientale proprio raccontando del modo con cui è volata in Cielo.
Ma qui vorrei rendere pubblico un messaggio, spero senza urtare la sensibilità della persona coinvolta, dalla quale ho ricevuto proprio ieri questo sms:
"Ho letto le tue note su Licia Cossetto e finalmente ho capito. 
Un caro saluto da Arturo Parisi"
Quando ho letto queste poche parole sono stato felice, ed ho pensato che Licia sia quasi più forte e convincente adesso che è mancata di quando era in vita.
In effetti, dovrei spiegare il precedente, perchè l'on. Arturo Parisi ha scritto così.
Ci conosciamo da tempo. Siamo stati insieme per tanti anni nella SISE, quando lui dirigeva l'Istituto Cattaneo di Bologna, e per un certo periodo nei primi anni novanta ne è stato anche il presidente. Come studiosi della politica e delle elezioni abbiamo idee diverse, ma ciò che conta è la stima e il rispetto.
Il punto di partenza è il 2007, quando ho dato una mano a Rossana Mondoni, mia moglie, a raccogliere  la testimonianza e il materiale documentale di Licia per il suo libro "La verità per la riconciliazione", pubblicato dalla Silentes Loquimur di Pordenone.
Nel 2007 Arturo Parisi era ministro della Difesa, per cui avevo pensato di proporgli il tema del confine orientale, delle "foibe", ancora molto dibattuto, con la sua partecipazione alla presentazione del libro su Norma Cossetto.
Mi ricordo che era estate e mandai una mail ad Arturo Parisi. Nonostante i suoi impegni ministeriali mi rispose velocemente chiedendomi il materiale dell'iniziativa. Dopo di che non ho più avuto risposta, abbandonando l'idea di costruire un ponte con la sinistra su questo tema storico ancora cosi sofferto. Fino a ieri.
Dopo aver pubblicato il post, lunedì sera, ricevo la gradita replica di Arturo Parisi, che rimarca:
"Non so se capiranno quello che non sapevo
e improvvisamente ho capito. 
Ma l'ho capito perché quando ci siamo conosciuti 
anche tu non sapevi che ero un orfano di guerra, 
e meno che mai che sarei finito ministro della difesa. 
Costretto a iniziare troppo presto a riflettere 
e a continuare a riflettere su temi e vicende 
che troppi non fanno in tempo a capire 
perché preferiscono dimenticare..."
E' vero, ha ragione Arturo Parisi, quando ci siamo conosciuti nel 1988, io non sapevo nulla della sua storia come nulla conoscevo delle "Foibe" e del Confine Orientale, infarcito come'ero dalla retorica resistenziale ricevuta a scuola e all'Università. 
Non mi ero mai posto il problema di sentire le voci critiche. Solo l'incontro casuale con Licia e il formarsi di un legame di amicizia, mi ha fatto smuovere, rimettendo in discussione delle verità che credevo intangibili. 
Licia ha avuto il grande merito di non demordere mai, per oltre sessant'anni ha tenuto alta la bandiera del suo popolo, aprendo una finestra su una vicenda e un mondo totalmente sconosciuto, a buona parte degli italiani (di sicuro tra i piemontesi e i lombardi). 
In questo modo ho appreso dell'esistenza di uno dei lati "oscuri"  della nostra storia recente, a partire dalla seconda guerra mondiale fino alla nascita di questa sgangherata Repubblica.

Si segnala l'articolo sul sito della ANVGD:
http://www.anvgd.it/notizie/16162-il-testimone-di-licia-cossetto-nelle-parole-di-rossana-mondoni-14ott13.html

Lombardia, possibile teatro di battaglie per il "Lombardellum"

Settimana scorsa a Milano al Tribunale regionale amministrativo, il TAR, è accaduto un fatto particolarmente rilevante, classificato come secondario dai media, ma che può avere delle conseguenze politiche enormi. Mi riferisco alla discussione del ricorso presentato da alcuni cittadini e giuristi contro la proclamazione degli eletti in Consiglio regionale della Lombardia dopo le elezioni del 24-25 febbraio scorso. 
Nel ricorso non viene messo in discussione il risultato finale, cioè la vittoria di Maroni su Ambrosoli, ma il sistema di elezione dei consiglieri e il collegato premio di maggioranza, di oltre il 60% dei seggi; in pratica è contestata la legge elettorale in se, la formulazione tecnica del "Lombardellum", che come è noto è stato fatto in fretta e furia un venerdì pomeriggio in contemporanea con le dimissioni della maggioranza dei consiglieri, a fine ottobre 2012, dopo vari scandali che avevano coinvolto la giunta Formigoni, in particolare quello che aveva portato in custodia preventiva l'ex-assessore del PDL Zambetti.
Quel pomeriggio  l'approvazione della nuova legge elettorale è stata fatta sulla base di emendamenti ad un testo base presentato dal PD, ma la fretta dei consiglieri di chiudere la legislatura ha lasciato un testo raffazzonato, che nei giorni successivi non è stato facile ricomporre in un testo giuridicamente solido e coerente. 
La questione è molto tecnica, per cui si fa fatica a trattarla senza correre il rischio di annoiare il lettore. In questa sede l'importante è segnalare la notizia: il TAR della Lombardia ha ritenuto plausibili le ragioni dei ricorrenti, rappresentati dagli avv. F. Besostri, Tani e Zecca, rinviando alla Corte Costituzionale il giudizio sulla costituzionalità della Legge Regionale 17/2012, in particolare nella parte relativa al premio di maggioranza e le soglie di sbarramento per l'accesso al consiglio. Rimane da capire la questione dell'esenzione della raccolta delle firme che ha facilitato alcune liste (Fratelli d'Italia ecc..)...
prosegue sul giornale on line
http://www.lindipendenza.com/lombardia-futuro-teatro-di-battaglia-campale-sulla-legge-elettorale/

venerdì 11 ottobre 2013

Il “testimone” di Licia

di Rossana Mondoni
Eravamo gioiosi tutti e tre: tu, Daniele ed io, quando percorrevamo l’autostrada quel mattino del 5 ottobre, felici di andare a Trieste, a pranzo dalla cugina Erminia che, per l’occasione, aveva allestito una tavola da sposi. Ci attendeva, ci attendevano in tanti: il cugino Pino e la sua numerosa famiglia, tanti altri parenti e amici, le autorità del Comune, della Provincia e della Regione, per la commemorazione del 70° del martirio di Norma, prevista nel pomeriggio, poi la visita al cimitero di santa Domenica il giorno successivo e l’incontro con la Comunità istro-veneta locale. Alle 11, all’autogrill di Cessalto, a meno di un’ora dalla meta, mi hai chiamato per sorreggerti. All’improvviso accade tutto: senza dire nulla, hai salutato con un sorriso e ti sei accasciata tra le mie braccia. Il tuo viaggio terreno è finito. Confesso che non ero pronta.
Ora, guardo il feretro davanti all’altare della chiesa dell’Assunta, a Ghemme, sopra al quale sono stati posati dei fiori e una piccola scatola contenente la terra rossa d’Istria, davanti un piccolo tuo ritratto, sono la testimonianza che tu cara Licia, piena di energia e di voglia di vivere, sei passata alla Storia.
In giovane età sei stata trascinata nella tragedia di tua sorella Norma, di tuo padre Giuseppe e di molti altri familiari, dopo di che sei diventata portavoce e testimone di quella storia del confine orientale che alla fine della seconda guerra mondiale ha coinvolto centinaia di migliaia di italiani, strappati dalle loro terre solo perché volevano rimanere italiani e non accettavano il regime comunista del maresciallo Tito.
La chiesa è gremita di persone, davanti sul lato sinistro sono schierati i labari delle ANVGD provinciali di Novara, Monza e Varese, seguito da quello del Movimento nazionale Istria Fiume Dalmazia. Rassicura la presenza del grande gonfalone della città di Pola tenuto dritto da Tito Lucilio Sidari, vicesindaco in esilio, che non manca mai, accorso un’ultima volta per abbracciarti. Davanti a tutti il gonfalone del Comune di Ghemme. Nei primi banchi, tua figlia Norma con gli amati nipoti, seguiti dalle fasce tricolori del presidente del consiglio comunale di Arona e del sindaco di Ghemme, che ha proclamato il lutto cittadino a rimarcare l’affetto  della comunità e la solennità del momento. Il celebrante don Piero ha parole toccanti nella sua predica. Tutti i presenti rendono onore alle battaglie che hai condotto per far emergere la verità dei fatti contro chi tende a confondere e sminuire gli eventi storici. Vengono alla mente i tuoi racconti di quei terribili giorni di fine settembre del 1943 quando, insieme a tuo cugino Pino, andavi in bicicletta all’ex caserma di Visignano prima e poi in quella di Parenzo a cercare Norma, per portarle qualcosa da mangiare, qualche indumento per la notte sperando che qualcuno dei feroci carcerieri dal berretto con la stella rossa, provasse pietà e te la lasciassero portare a casa. Invano.
Sei stata una donna molto forte e saggia, sapevi ricordare senza odiare: “Rispetto tutti i morti, so bene che di angherie e crimini di guerra ce ne sono stati sia da una parte che dall’altra, allora non sapevamo degli orrori dei campi di sterminio nazisti, vorrei che venissero riconosciute anche le foibe e la sofferenza che ha dovuto patire  il popolo giuliano, fiumano, istriano e dalmata”.
Hai dimostrato coraggio, così quando tua madre te lo chiese, col cuore in gola, acconsentisti a lasciare la tua amata Istria e a partire di notte con una zia, passando attraverso i boschi, alla volta di Trieste lasciandoti alle spalle la casa di famiglia, che non avresti mai dimenticato. Anticipasti di oltre due anni, quello che sarebbe stato l’esodo di 350 mila italiani verso una patria, l’Italia, che si dimostrò poco ospitale.
“Sono stata fortunata - mi dicevi - perché non sono finita in un campo profughi, grazie a mio marito che mi ha dato una casa e tutto quello che mi era stato strappato compreso il calore di una famiglia”.  Il marito Guido Tarantola, pilota dell’aeronautica, conosciuto a Gorizia a casa di parenti nel settembre 1944, ti ha portato in Piemonte, a Novara e a Ghemme, dove dopo vicende alterne, ti sei stabilita definitivamente negli anni Settanta. E’ lì che ci siamo incontrate quando la mia vicenda si è intrecciata con la tua e ho scoperto, non senza rammarico, che i miei studi di storia all’università di Milano erano stati condizionati da molta ideologia. Con delicatezza, per non offendere la mia suscettibilità, mi hai aperto la strada del mondo degli esuli, facendomi conoscere molti testimoni e leggere i loro scritti. Insomma, ho imparato ad affacciarmi alla storia, quella vera, priva di pregiudizi ed io, figlia di deportato civile nel campo di Mauthausen, ho appreso quello che non immaginavo fosse accaduto, della tragedia delle foibe avvenuta  per mano dei partigiani comunisti di Tito aiutati spesso da partigiani italiani. Mi raccontavi di non festeggiare il 25 aprile, perché al confine orientale quella data  non rappresenta  la “liberazione”, ma l’inizio di atroci sofferenze. Bisogna raccontare questo pezzo della storia italiana, senza aver paura della verità. Questo è stato l’intento del nostro primo libro, pubblicato da Marco Pirina nel 2007, dal titolo “La verità per la riconciliazione” e del successivo “Nel nome di Norma”, di riconciliare gli animi senza dimenticare di rendere onore a chi ha sofferto. Un compito che è stato pesantissimo. Hai bussato a tutte le porte, scritto a ministri e politici di ogni colore, fino a quando nel 2004 è stata  finalmente riconosciuta la tragedia del tuo popolo, con la legge istitutiva del Giorno del Ricordo e nel dicembre del 2005 sono state assegnate le prime onorificenze, tra le quali la medaglia d’oro al merito civile a Norma, che esibivi orgogliosamente sul petto in tutte le manifestazioni ufficiali.
La stessa che ora porta tuo nipote Vittorio, salito al pulpito al termine della messa a leggere la toccante preghiera dell’Esule che previdentemente avevi lasciato in consegna.
La preghiera è molto bella, mi spinge con decisione a  raccogliere il Tuo “testimone”, morale e storico, proseguendo sulla strada che hai indicato.
 (Rossana Mondoni)
La preghiere è nella pagina di Storia di questo Blog :
http://danielevittoriocomero.blogspot.it/p/storia.html 

mercoledì 9 ottobre 2013

Ultimo saluto a una grande Donna, Licia Cossetto, testimone della Storia

Ghemme: funerali di Licia Cossetto

Funerali Licia Cossetto (3)





Foto tratte dal giornale NovaraToday
http://www.novaratoday.it/foto/cronaca/ghemme-in-tanti-ai-funerali-di-licia-cossetto/funerali-licia-cossetto-3.html







Martedì 8 ottobre 2013, ore 14,30 ultimo saluto a Licia Cossetto (Ghemme, in provincia di Novara). 
Licia è stata un "testimone della storia" personaggio di grande rilievo, nata il 1 agosto del 1923 a Santa Domenica di Visinada, un villaggio rurale dell’Istria, attualmente in Croazia.
Come tanti altri coetanei ha vissuto in pieno la seconda guerra mondiale, in un luogo teatro di uno scontro che ha avuto una durezza inusitata dopo l’8 settembre del 1943, che ha colpito tutte le popolazioni del confine orientale: i giuliani, i dalmati, i fiumani e gli istriani.



L'articolo completo pubblicato sul giornale on line:






Altro ancora nella sezione STORIA di questo BLOG