mercoledì 25 dicembre 2013

Auguri di Buon Natale a tutti i Lettori del Blog e ai naviganti del web...

Dopo le  vicende dell'ultima legge di stabilità e dei vari decreti legge di spesa molti italiani ormai hanno un solo desiderio da esprimere a Babbo Natale: avere un governo di persone perbene, oneste e capaci.
Ma lor signori hanno provveduto a chiudere la porta in faccia a qualsiasi cambiamento, impedendo persino di poter votare... come in una dittatura.

venerdì 20 dicembre 2013

Nuove fregature, dopo il governo Badoglio III e il golpe bianco, in arrivo il Renzellum

L’attivismo di Matteo Renzi, sindaco di Firenze e fresco segretario del PD, è incredibile. Si vede chiaramente che ha una tempra superiore al Cavaliere, in pochi giorni, da quando ha vinto le primarie, è riuscito a fare e disfare l’impossibile, con risultati sorprendenti. Senza paura si è tuffato in operazioni maldestre, proibitive e impensabili anche per l’ex-Caimano.
Il ventennio berlusconiano si è chiuso da poco, il 27 novembre scorso, e pare che la storia si ripeta, con nuove modalità. Come nel 1848 e nel 1943 siamo in una situazione di guerra, economica e finanziaria, e purtroppo stiamo soccombendo. La somiglianza più forte è con il luglio del 1943, allora fu l’inizio della tragica guerra civile, con la fine del regime fascista e delle illusioni imperiali, ora la fine del ventennio berlusconiano e delle illusioni europee. L’attuale inquilino del Quirinale, Re Giorgio, è più conciliante del precedente, non ha chiamato una lettiga e disposto l’arresto di Berlusconi, lo ha solo accompagnato bruscamente alla porta.
Al suo posto è stato chiamato un nuovo Badoglio, Enrico Letta, ora affiancato da Renzi. Insieme promettono di far rimpiangere, sia il primo che il secondo ventennio, facendo impallidire persino la macchia lasciata dal maresciallo Pietro Badoglio nella memoria collettiva italiana.
Questa specie di ministero Badoglio III, promette di portarci ad un altro tragico 8 settembre. I conti, se non si faranno prima, si vedranno la sera del 25 maggio prossimo, al termine dello scrutinio, con i primi dati delle proiezioni delle elezioni europee giocate con il sistema proporzionale. Non occorre essere dei veggenti per prevedere un ulteriore crollo della partecipazione elettorale e un voto di protesta che diventerà una valanga soprattutto per la sinistra.
Il PD nei prossimi mesi non avrà più la possibilità di prendersi valanghe di paginate su tutti i quotidiani e di farsi pubblicità televisiva a gratis, con la scusa, a seconda dei casi, delle primarie o delle ultimarie (le votazioni per la segreteria generale sono l’ultimo atto, non il primo) dell’ 8 dicembre. Quello democratico appare come un elettorato sotto ipnosi, drogato con una operazione mediatica a reti unificate – RAI, Mediaset, La7 – che non ha eguali, se non nel messaggio di fine anno del presidente della Repubblica.
Ci sarà il risveglio, un brusco ritorno alla realtà, si accorgeranno di essere stati borseggiati, presi a calci nel sedere e lasciati in terra con pochi vestiti. E’ prevedibile il contraccolpo, di rabbia, non tanto per il portafoglio svanito, quanto per il furto delle tante speranze che erano state alimentate e sollecitate. Non ultima quella che fosse Berlusconi la causa dei pasticci italiani, per cui è stato detto in tutte le salse che se il PD avesse avuto in mano il governo, allora si sarebbe potuto fare delle buone politiche, con le tante competenze vantate dai politici democratici. Le interviste ai membri della segreteria Renzi, nelle materie economiche o sociali, possono procurare dei tracolli umorali irreversibili.
Dopo venti giorni dalla cacciata di Berlusconi dal Senato, con la scena politica completamente in mano agli uomini di area PD – Renzi, Napolitano, Grasso, Letta, Boldrini - è successo di tutto.
Al di là dei proclami e della propaganda, i fatti sono questi:
  • 4 dicembre, la Consulta dichiara, con grande sorpresa, contraddicendo se stessa, l’illegittimità costituzionale di due parti del “porcellum”, sul premio di maggioranza e le liste bloccate;
  • 5 dicembre, il Quirinale dirama un dispaccio dove si compiace per la sentenza della Consulta e da indicazione precise sui successivi provvedimenti (legge elettorale maggioritaria, riduzione parlamentari, rottura del bicameralismo), come in qualunque regime monarchico;
  • 8 dicembre, ultimarie del PD, con l’elezione del nuovo segretario, Matteo Renzi, celebrate a reti unificate, proclamata una giornata di festa nazionale, pagata sempre dai soliti volenterosi militanti del PD;
  • 9-10 dicembre, Renzi viene subito ricevuto in pompa magna dai suoi colleghi di partito e d’area, tutti collocati nei posti che contano, palazzo Chigi, Quirinale, ecc…
  • Renzi dichiara subito di volersi muovere sulla riforma elettorale con la proposta del Renzellum (un mix di tecniche peggiori del porcellum), non solo nell’ambito della maggioranza di governo, ma a tutto campo, per questo invia degli emissari da Grillo e dall’appena estromesso Berlusconi;
  • 11 dicembre, fiducia preventiva, accordata ex ante, ottenuta alle Camere dal governo Letta a guida PD, sulla base di un programma che verrà, forse, scritto a gennaio;
  • 12 dicembre, il presidente del Senato Grasso fa da “palo” al governo “Badoglio III”, aiutando e giustificando lo scippo della riforma elettorale dal Senato a favore della Camera (interrompendo un processo legislativo avviato ad agosto che avrebbe potuto concludersi in pochissimi giorni, se non ci fosse stato l’ostruzionismo del PD);
  • nella giornata che ricorre l’anniversario di piazza Fontana, tecnicamente è stato realizzato una specie di “golpe bianco”, non avendo una legge elettorale funzionante, in quanto la sentenza della Consulta ha bocciato sia il meccanismo del premio che le liste bloccate, che non essendoci più non si sa come andare al voto (il sistema residuo del porcellum non consente di andare al voto, volendo al Senato avrebbero potuto porvi velocemente rimedio, non così alla Camera).

Democrazia sospesa sine die...

La Befana ci porterà una nuova fregatura: Democrazia sospesa sine die.

Di questo si è parlato mercoledì 18 dicembre al convegno “Riforme dopo la defenestrazione del porcellum” alla Società Umanitaria di Milano, con il politologo Giorgio Galli e Felice Besostri, uno dei proponenti del ricorso che ha originato la sentenza della Consulta. Galli ha rimarcato che il tentativo di Renzi di fare una legge elettorale che forzi la competizione in senso bipolare, in presenza di un sistema politico a tre forze, PD-M5S-FI,oltretutto quasi uguali, è bizzarro e pericoloso. Da parte mia ho esposto la sequenza dei fatti sostenendo la tesi del “golpe” bianco, strisciante ma concreto, sostanzialmente attuato con il blocco delle liste bloccate e il trasloco forzato della discussione alla Camera. Un trucco che sta determinando lo stallo del sistema democratico italiano, tra chi sta nel Palazzo, in primis con i neo-badogliani e, fortuna sua, con fuori Berlusconi. Gli elettori dovranno attendere parecchio prima di poter dire la loro al riguardo, almeno fino al 25 maggio. Nel frattempo emerge un dato inquietante: se il buon giorno lo si vede dal mattino, questo infausto dicembre 2013 prelude altri e maggiori guai. Nei prossimi mesi il badogliesco governo affiancato dalla segreteria renziana potrebbe combinare tanti e tali pasticci da condurre alla disperazione milioni di persone, di giovani, di senza lavoro, di oppressi dalle valanghe di tasse da pagare. Agli italiani, privati del voto e di tutte le sovranità, svendute all’estero, non rimarrà che recuperare i vecchi forconi, nella tentativo di lanciare un ultimo disperato assalto alla Bastiglia.

sabato 14 dicembre 2013

Novità, alla Conferenza Società Umanitaria del 18 dicembre 2013 interviene anche l'avv. F. Besostri

Ciclo di incontri "Le parole della Politica" a cura di Alfredo Marini
Mercoledì 18 dicembre 2013, ore 17 
Milano, Società Umanitaria, Sala Bauer
ingresso da via San Barnaba 48

Riforme Elettorali e Istituzionali
L’infinita discussione tra sistemi proporzionali
e maggioritari è giunta ad un punto di svolta
dopo la sentenza della Corte Costituzionale del 4 dicembre. 
Che cosa ci attende dopo la
defenestrazione del Porcellum”

Introduce e conclude:

GIORGIO GALLI

storico e politologo

discussant:

DANIELE VITTORIO COMERO

giornalista e analista politico elettorale
http://danielevittoriocomero.blogspot.it/

interviene:
FELICE BESOSTRI
avvocato e coautore del ricorso sulla legge elettorale che è stato accolto dalla Consulta

Ogni conversazione prende a prestito dalla attualità politica alcune “parole”, analizzandone i significati e le implicazioni politico sociali, con taglio giornalistico comprensibile a tutti.
Nell’ambito delle conferenze possono, di volta in volta, essere coinvolti altri studiosi con delle letture, anche non convenzionali, degli eventi politici ed economici.
info: 02.77402454
Successivo incontro: mercoledì 26 febbraio 2014, ore 17,00

giovedì 5 dicembre 2013

Parla il promotore del ricorso alla Consulta, avv. Besostri







.
Esultano i tenaci promotori del ricorso alla Corte Costituzionale contro il porcellum, tra questi l’avv. Felice Besostri che interpellato al telefono non si trattiene:
"Immagino che vorrai farmi i complimenti..."
Rispondo che certamente gli sono dovuti per il coraggio e la tenacia.
"Tutti quei professoroni di diritto pubblico, i costituzionalisti dal posto sicuro, che dicevano che ero matto a promuovere il ricorso contro il Porcellum, ora sono serviti..."
E' un fiume in piena.
Poi si ricompone e spiega:
“La Corte Costituzionale ha accolto i rilievi di  costituzionalità formulati da me, da Bozzi e Tani. Abbiamo lavorato con tenacia e pazienza non lasciandoci abbattere dalle incomprensioni e dei ritardi, né dal silenzio mediatico.”


E' passata solo un’ora dalla notizia, è ancora euforico.

Ci tiene a far presente che intorno a loro c’era il vuoto, i grandi giornali li hanno isolati:
“Salvo poche eccezioni, come L'AVVENIRE dei LAVORATORI, MONDO OPERAIO e IL RIFORMISTA, il silenzio è stato totale e tra le organizzazioni politiche soltanto il Gruppo di Volpedo, rete delle associazioni socialiste e libertarie del NORD OVEST, che ha fatto del sistema elettorale e della difesa della Costituzione un fatto politico centrale sostenendoci nelle iniziative giudiziarie, che hanno ridato lo scettro agli elettori e non ai capobastone.”
(I promotori del ricorso: Besostri è il primo a sinistra)

Nel primo pomeriggio la politica romana era già sotto sopra, perchè la notizia era trapelata e tanti sapevano, di mezza bocca. 
Infatti, parallelamente alla Consulta, si è mossa con scaltrezza la commissione Affari Costituzionali del Senato, con l’istituzione di un comitato ristretto che entro gennaio proverà a cercare un accordo politico sulla legge elettorale. 

Due libri sui sistemi elettorali e il Porcellum, scritti con Giorgio Galli

Si segnalano, a quanti hanno desiderio di approfondire il tema, con dei testi scritti appositamente con taglio giornalistico, due libri, scritti con lo storico e politologo Giorgio Galli sui sistemi elettorali e il Porcellum:



Immagine in linea 1

Sentenza della Consulta, risultato: dal Porcellum al Bordellum

Roma, mercoledì 4 dicembre. Alle ore 18 in punto la Corte Costituzionale sforna il suo tanto atteso verdetto con un comunicato stampa: il Porcellum è incostituzionale. La Corte boccia il premio di maggioranza e le preferenze. Lo scarno comunicato recita:
La Corte costituzionale ha dichiarato l’illegittimità costituzionale delle norme della legge n. 270/2005 che prevedono l’assegnazione di un premio di maggioranza – sia per la Camera dei Deputati che per il Senato della Repubblica – alla lista o alla coalizione di liste che abbiano ottenuto il maggior numero di voti e che non abbiano conseguito, almeno, alla Camera, 340 seggi e, al Senato, il 55% dei seggi assegnati a ciascuna Regione.
La Corte ha altresì dichiarato l’illegittimità costituzionale delle norme che stabiliscono la presentazione di liste elettorali “bloccate”, nella parte in cui non consentono all’elettore di esprimere una preferenza.
Le motivazioni saranno rese note con la pubblicazione della sentenza, che avrà luogo nelle prossime settimane e dalla quale dipende la decorrenza dei relativi effetti giuridici.
Resta fermo che il Parlamento può sempre approvare nuove leggi elettorali, secondo le proprie scelte politiche, nel rispetto dei principi costituzionali.”

In se non è una gran notizia, tutta la gente normale lo pensa da anni, persino gli studiosi e i politici stessi erano tutti concordi nel dire che la legge 270/2005 non andava bene, con quelle liste di nominati e il premio di maggioranza molto (troppo) generoso (340 seggi).
prosegue sul giornale on line L'Indipendenza.COM:

domenica 1 dicembre 2013

Elezioni Europee 2014. Grillo, già partito... Magdi Allam, insegue

Prima domenica di dicembre molto intensa. 
E' la prima senza il Caimano sul palcoscenico, per cui va benissimo che i ragazzi movimentisti e quelli dei vari partiti si siano finalmente sfogati. 
Era ora che ci fosse spazio anche per loro. Sono passati pochi giorni dal voto in Senato e non sembra vero che ci siano dei vuoti da riempire sulla scena. 
Così si inizia a vedere qualcosa di diverso.
Renzi è arrivato all’ultima settimana prima del voto delle primarie, annusa il pericolo di un flop nella partecipazione dei militanti e simpatizzanti e allora fa finta di incalzare il governo e lancia un ultimatum a Letta dalle colonne amiche di Repubblica con un'intervista.
Intanto nel pomeriggio si svolge il terzo Vaffa-day di Genova, dove Beppe Grillo, come da copione, ha predicato alle folle e si è proposto per un’opera di pura misericordia cristiana, vuole dare l’estrema unzione ai partiti che sono in Parlamento.
Non si è fermato lì, lo slogan della manifestazione, “andare oltre”, l’ha impegnato anche in un assalto al Colle, chiedendo la destituzione di Napolitano. 
Una volta esauriti i fuochi d’artificio, è sceso sul piano operativo, a parlare di economia: vuole ridiscutere i trattati con l’Europa. Più che uscire dall’euro, cosa possibile, dice che c’è da combattere il declino economico e la dispersione dei nostri giovani verso l’estero.
Qui la faccenda è maledettamente seria, non si tratta di tirare qualche palla di neve contro un palazzo romano, ci sono di mezzo interessi enormi, che nella storia hanno portato sovente i popoli in guerra tra loro.
Ieri, sul giornale L'Indipendenza.com, Gian Luigi Lombardi Cerri ha scritto un articolo, titolato “No euro day”, per rilevare la banalità dell’approccio al tema da parte della nuova Lega di Matteo Salvini, che improvvisamente è diventato critico verso l’euro.  
Il tema è difficile, come è emerso chiaramente al mattino in una bella puntata di Omnibus su La7, con Magdi Allam, alcuni giornalisti  e il sondaggista Amadori.
Tutti hanno concordato che così non si può andare avanti, auspicando delle serie riforme per cambiare passo. Allam ha ribattuto la sua posizione  ossia che il difetto sta nel manico,  nella sudditanza verso l’Euro, la BCE e l’Europa del Fiscal compact e del MES.
Un giornalista tedesco in studio ha ironizzato, ma subito dopo, quando Amadori ha sciorinato i dati di un sondaggio che aveva preparato appositamente per la trasmissione, con il dato di circa 30% di italiani euroscettici, secondo lui sottostimato per via della domanda troppo diretta, in studio improvvisamente le tesi espresse da Magdi Allam sono risultate politicamente percorribili, tali da poter avere un bacino elettorale importante.
Se fosse così, vuol dire che per lui si possono aprire degli spazi molto grandi, che vanno ben al di là del semplice sdoganamento di una posizione che è stata fino ad ora ultra-minoritaria a livello nazionale. Così si capisce bene perché la Lega scaltramente cerchi di accreditarsi contro l’Euro, cercando di appropriarsi di uno spazio politico nuovo.
In conclusione, tra pochi mesi, a maggio, si andrà a votare e gli elettori non aspetteranno certo che finisca l’anno, come vuole il PD, per giudicare sia il Governo delle nuove e scadenti intese, che la finta opposizione forzista.
La campagna elettorale per le elezioni europee è già partita, quella di Renzi forse è quasi finita.

Renzi, quasi rottamato...

Renzi è arrivato all’ultima settimana prima del voto delle primarie e annusa il pericolo di un flop nella partecipazione dei militanti e simpatizzanti, per cui fa finta di incalzare il governo. Lancia un ultimatum a Letta dalle colonne amiche di Repubblica che riporta un’intervista al sindaco di Firenze che offre un patto al premier, con dei paletti all'azione dell'esecutivo su riforme, lavoro ed Europa. A domanda risponde:
"Il fatto è che il Pd ha trecento deputati e Alfano ne ha trenta. Con tutto il rispetto per Scelta Civica e per il Nuovo centrodestra, il governo sta in piedi grazie a noi. Alfano dice che può far cadere Letta. Bene, così si va subito al voto. Io non ho paura. Lui sì. Perché sa che Berlusconi lo asfalta".
Uno volta tanto che il Caimano sta tranquillo ad Arcore, sono loro, i giovani ad evocarlo in modo colorito. Poi prosegue:“Offro una disponibilità vera, un patto di un anno. E quindi proporremo tre punti che noi consideriamo ineludibili".
Tra questi anche la legge elettorale. "Certo. Va bene qualsiasi riforma. Purché si faccia e purché garantisca il bipolarismo e la governabilità. Chi vince, deve vincere. Chi vince, governa 5 anni senza inciuci". Il giornalista chiede se vuole un ritorno al Mattarellum, risponde: "Si, ma deve essere corretto. Quel 25% di recupero proporzionale deve diventare un premio di maggioranza".
Rimandiamo ad un prossimo Post la noiosa, ma indispensabile, spiegazione su che cosa vuol dire la miscela Mattarellum+Premio di maggioranza del 25%

Immagine tratta da http://www.gazzettacommerciale.com/ridateci-il-mattarellum/

venerdì 15 novembre 2013

Matteo Renzi e la Destra inciucciano...

Il progetto “Sindaco per l’Italia”
La formula speciale c’è, si chiama il “Sindaco d’Italia”. Viene presentata come toccasana ai tanti guai che affliggono il sistema politico italiano. In queste settimane si sono moltiplicati, da destra e da sinistra, gli appelli ad una riforma elettorale del famigerato “porcellum” in tal senso. La miracolosa pozione estende il sistema elettorale utilizzato per le grandi città al Parlamento, eleggendo il capo del governo come fosse il sindaco. Un mix tra presidenzialismo e semi-presidenzialismo, una assoluta novità in campo costituzionale. Senza dare un prematuro giudizio, vediamo le varie posizioni, a partire da Marcello Veneziani che ha dedicato il suo elzeviro su Il Giornale del 14-11: “Signori del centrodestra, volatili e rettili di ogni tipo, avete una grande possibilità per sbloccare la situazione e dare un segnale di svolta al Paese: sostenete a spada tratta la proposta di Matteo Renzi sull'elezione diretta del premier, meglio nota sin dai tempi di Mariotto Segni come un Sindaco per l'Italia…”. Contemporaneamente Cesare Maffi su Italia Oggi titola “Il sindaco d'Italia è una bufala!” e reclama “Un po' di chiarezza sarebbe al riguardo utile. Partiti eredi dell'antica destra, e ovviamente anche l'attuale Pdl e domani Fi, potrebbero fare una bandiera del presidenzialismo, senza lasciarlo in mano a Renzi (per di più con carte truccate).”
Il riferimento di Veneziani a Renzi è dovuto all’uscita fatta dall’ex-rottamatore tramite twitter qualche giorno prima: "È Importante fare una proposta che abbia caratteristiche semplici: il primo elemento di semplicità è che si sappia chi ha vinto. Poi, chi ha vinto deve governare: non è che ci mettiamo insieme di nuovo, le larghe intese, l’inciucio. Inoltre, chi vince e governa deve avere cinque anni davanti, un minimo di arco temporale davanti". "La nostra proposta - prosegue - va sotto il nome di sindaco d’Italia, nome un po' riduttivo. La sintesi è una legge elettorale in cui si sa chi ha vinto. E credo sia più serio che chi deve rifare la legge elettorale non ci faccia passare dal porcellum al superporcellum al porcellinum. Una cosa seria non una misera occasione per sfangare il giudizio della Corte costituzionale..".
Su La Repubblica il giorno dopo, 12 novembre, commentano così: “Un affondo, quello del sindaco, che non a caso arriva proprio il giorno in cui la Commissione Affari costituzionali del Senato è chiamata a votare su due ordini del giorno depositati il 7 novembre: il primo a firma Pd-Sc-Sel sul doppio turno di coalizione, il secondo a firma Lega Nord sul ritorno al Mattarellum. Per il sindaco, se la Consulta deciderà di fatto per un sistema proporzionale il Pd proporrà la sua legge elettorale.”
In Senato poi la mozione sul doppio turno non è stata accolta. Ora sono aperte le trattative per un ritorno al sistema precedente, il mattarellum, un sistema misto proporzionale maggioritario, con i collegi uninominali e le liste bloccate al proporzionale.
Tornando alla proposta che sta raccogliendo consensi a tutto campo, quella del sindaco d’Italia, è forse il caso di togliere le suggestioni comunicative per toccare con mano che cosa può voler dire in pratica un sistema elettorale così concepito. Prima di tutto occorre dire che Renzi gioca con le parole, come fa il gatto con il topo. Alla convention della Leopolda si era espresso contro il proporzionale, in modo piuttosto vivace, dicendo che “glielo fare passare questa voglia di proporzionale”. Passano pochi giorni e, sorpresa delle sorprese, se ne esce con un pubblico sostegno al sistema dei sindaci delle grandi città, che è un sistema proporzionale, con premio di maggioranza molto importante, pari al 60% dei seggi. Il calcolo è presto fatto: 370 seggi alla Camera, molti di più dei 340 del porcellum. I seggi verrebbero assegnati proporzionalmente ai partiti che sorreggono il candidato “sindaco d’Italia”. Il bello però deve ancora venire. Se nessun candidato ottiene il 50%, automaticamente scatta il secondo turno, dove la competizione non è più tra i partiti o le coalizioni, ma tra i primi due candidati alla premiership che hanno ottenuto più voti al primo turno. Sarebbe un voto molto personale, sul candidato, che dovrebbe avere presentato un programma e, forse, preannunciato la composizione della sua squadra di governo.
A questo punto è il caso di andare a vedere come funziona questo sistema elettorale, al di là della retorica propagandistica dei vari sostenitori. Una prima importante osservazione è che un tale sistema scompaginerebbe la Costituzione, di fatto girandola sotto sopra come un calzino: nuova forma di governo, fine del parlamentarismo,  sbilanciamento a favore dell’esecutivo. Un sicuro addio alla centralità del Parlamento e avvio della Terza Repubblica.
A parte questi “dettagli” giuridici, per avere un idea un po’ più concreta, meno accademica, è importante vedere come potrebbe funzionare il sistema con le persone che ci sono oggi. Ad esempio, con tutte le cautele del caso, se il 24 febbraio 2013 si fosse votato con un sistema simile, tenendo buoni i risultati emersi dalle urne, si avrebbe:
-          Bersani 29,55 %
-          Berlusconi 29,18 %
-          Grillo 25,56 %
-          Monti 10,56 %
A leggere questo elenco di nomi sembra che sia passata un epoca, invece sono solo pochi mesi. Comunque a febbraio nessun candidato ha avuto la maggioranza assoluta, per cui passano ad un secondo turno i primi due, in un ballottaggio da tenersi dopo due settimane. Una specie di referendum improprio tra Bersani e Berlusconi.
La partita tra i due avrebbe avuto un esito scontato, accontentando così chi vuole sapere subito il nome del vincitore: il Caimano.
Oggi, dopo nove mesi possiamo tranquillamente osservare che un tale scenario sarebbe stato disastroso per tutti, anche per entrambi gli schieramenti, perché avrebbe irrigidito due leadership che si sono dimostrate, per motivi differenti, non adatte a prendere in mano il Governo e l’Italia. Però, la parte più inquietante deve ancora venire ed è quella delle “squadre”, che circondano i rispettivi leader, perché è la squadra che governa e gioca, più che il singolo. Qui cala una nebbia fittissima. Non per il Cavaliere, che ha solo l’imbarazzo della scelta, tra le varie cerchie di fedelissimi; si può ipotizzare un mix tra berluscones (fedelissimi della famiglia allargata e ad arcoriani) e berlusconiani di varia estrazione (aennini, democristiani, socialisti…) con l’aggiunta a piacere di tocchi femminili.
Nell’ipotesi Bersani la squadra sarebbe stata controllata dal cosiddetto “tortello magico”, lo stretto giro di emiliani che si era formato intorno allo Smacchiatore di giaguari, che decideva tutto nel partito e nella coalizione di sinistra. Qui, casualmente, era passato da poco il rischio di incappare nel gruppo del cosiddetto “sistema Sesto”. Ci aveva pensato la magistratura di Monza a mettere fuori gioco il suo precedente capo della segreteria, Filippo Penati, con tutta la sua numerosa banda, che proprio in questi giorni è chiamata a rispondere alle domande degli inquirenti e dei giudici.
Nel caso di Grillo l’ipotetica squadra sarebbe stata tutta da inventare, come stanno dimostrando in questi mesi i parlamentari del M5S.
In definitiva, può essere pericoloso affidarsi a slogan come quello del “sindaco d’Italia” che possono procurare parecchi danni, sovvertendo un sistema costituzionale che è stato oggetto di continue manipolazioni, che lo rendono precario e instabile, come la riforma del titolo V del 2001.
Il problema principale non è quello giuridico, che è sempre risolvibile con la tecnica, condita da pazienza e buona volontà. La preoccupazione è che non si vedono in giro persone adatte a reggere con dignità, onestà e coraggio a cinque anni di governo, come vogliono la Destra e Matteo Renzi.

mercoledì 13 novembre 2013

La "Bottega" del Cavaliere cambia nome. Tanto per non cambiare nulla ...

Volenti o nolenti, anche questo mese se l’è accaparrato Berlusconi. Con tutte le sue invenzioni mediatiche, i suoi patimenti pubblici e privati, conditi da esagerati problemi giudiziari. L’agenda politica è fatta da lui e dai suoi appuntamenti: sabato prossimo Consiglio nazionale del PDL e mercoledì 27 novembre ci sarà il voto sulla sua decadenza da senatore. In sala macchine mercanteggiano sulla legge di stabilità, mentre lui tiene l’opinione pubblica occupata con il tormentone della sentenza di condanna inflittagli dalla Cassazione il 1° agosto, con l’aggiunta del passaggio dal PDL a Forza Italia. Sono passati neanche due mesi dall’inaugurazione della nuova sede di Roma, a San Lorenzo in Lucina, che sui giornali imperversano i resoconti della lotta fratricida  tra lealisti e governisti nel PDL. Questa specie di guerra civile dovrebbe concludersi sabato, con la seconda riunione del Consiglio nazionale, formato da circa 800 persone, appositamente convocato per il cambio nome, con una scaletta dei lavori ancora misteriosa. Tanto fumo per niente, per un modesto cambio di insegna alla ditta, che è sempre la stessa “bottega” del Cavaliere, che da buon venditore è in perenne fermento....



giovedì 31 ottobre 2013

Primo incontro "Le parole della Politica" alla Società Umanitaria: DEBITOCRAZIA

Società Umanitaria di Milano. Mercoledì 30 ottobre si è svolto il primo incontro del ciclo "Le parole della Politica" con (da sinistra) Alfredo Marini, Daniele Vittorio Comero, Giorgio Galli e Nicola Walter Palmieri. La parola che è ha fatto da sfondo è stata: DEBITOCRAZIAIl tema è quello delle democrazie europee e americana alle prese con debiti pubblici ingestibili, prendendo spunto dal libro di N. W. Palmieri "Guerre della Finanza", appena pubblicato da CEDAM.

martedì 29 ottobre 2013

Obama, il dollaro e l’Europa: tutti sul orlo di una crisi


Leggendo i giornali, a volte, viene il dubbio che diluire il latte con acqua, vendere olio d’oliva come extravergine o raschiare monete d’oro siano operazione consentite, quasi normali. Con la scusa che fanno così in tanti, allora tutto è concesso. E’ il caso degli USA e di Obama, oggi nell’occhio del ciclone per aver sostenuto un complesso sistema di intercettazioni delle comunicazioni a tutti i livelli, con la giustificazione di una presunta difesa della sicurezza nazionale.
Passata l’infatuazione che ha contagiato il mondo occidentale verso il nuovo politico, culminata con la consegna ex-ante del premio Nobel per la pace, ora emergono i lati oscuri di Obama.
In questi ultimi anni, con la scusa della crisi finanziaria dei mutui sub-prime del 2007-2008, scoppiata con Bush junior, il problema maggiore non è quello delle “spiate” invadenti, bensì quello di inondare il mercato mondiale di dollari. La situazione appare critica: gli americani producono più dollari che beni reali, è come se stessero allungando con acqua il vino prodotto negli anni scorsi, per far tornare i conti.
Si ha così l’effetto di mettere fuori gioco chi produce veramente ricchezza. Come si può immaginare, la quantità di interessi è enorme, per cui la posta in gioco è altissima, ed è visibile nei continui contrasti sui mercati finanziari, che schiacciano l’economia reale.
Sono in corso delle vere e proprie “Guerre della finanza” – titolo di un libro appena uscito per i tipi della CEDAM – scritto da Nicola Walter Palmieri, che ieri è stato presentato all’Hotel dei Cavalieri e domani alla Società Umanitaria di Milano (30 ottobre, alle ore 17).
L'articolo prosegue sul giornale on line: 

lunedì 21 ottobre 2013

DEMOCRAZIE INDEBITATE


 Invito incontri del 28 e 30 ottobre -Presentazione libro "GUERRE della FINANZA"
Le notizie di questi giorni e degli ultimi mesi sono tutte concentrate sulle nuove tasse,
la Legge di Stabilità e il problema del debito pubblico italiano e americano.
Si segnalano due incontri che si svolgeranno su questi temi settimana prossima,
prendendo spunto dal libro, fresco di stampa, "Guerre della Finanza"
di Nicola Walter Palmieri, aperti a tutti:
 
 
-il primo incontro lunedi 28 ottobre, nella splendida cornice dell'Hotel dei Cavalieri,  p.zza Missori 1,
 
-il secondo incontro mercoledì 30 ottobre nella prestigiosa sede della Società Umanitaria, Via S.Barnaba 48, ore 17.00.
 
Interverranno: Giorgio Galli, Luciano Garibaldi, Alfredo Marini, Nicola Walter Palmieri e il qui presente blogger. 

DEMOCRAZIE INDEBITATE
 Invito incontri del 28 e 30 ottobre -Presentazione libro "GUERRE della FINANZA"
 
Le notizie di questi giorni e degli ultimi mesi sono tutte concentrate sulle nuove tasse,
la Legge di Stabilità e il problema del debito pubblico italiano e americano.
Si segnalano due incontri che si svolgeranno su questi temi settimana prossima,
prendendo spunto dal libro, fresco di stampa, "Guerre della Finanza"
di Nicola Walter Palmieri, come da allegati inviti:
 
-il primo incontro lunedi 28 ottobre, nella splendida cornice dell'Hotel dei Cavalieri,  p.zza Missori 1,
 
-il secondo incontro mercoledì 30 ottobre nella prestigiosa sede della Società Umanitaria, Via S.Barnaba 48, ore 17.00.
 
Interverranno: Giorgio Galli, Luciano Garibaldi, Alfredo Marini, Nicola Walter Palmieri e Daniele Vittorio Comero. 

giovedì 17 ottobre 2013

Manovra economica del governo e "Guerre della Finanza"




Martedi 15 ottobre alla trasmissione PANE AL PANE, con il direttore Luca Levati, si è ragionato sulla situazione economica tra:

- Giorgio Galli, in collegamento telefonico

Daniele V. Comero 

- Walter Nicola Palmieri
    che ha presentato il suo libro
   "Guerre della Finanza", CEDAM


















(nella foto ripresa nello studio, da sinistra: Palmieri, Levati e Comero)