Il fatto:
Il Sindaco di Milano, Giuliano Pisapia, mercoledì 13 aprile ha firmato il decreto sindacale N° 89 nella sua qualità di sindaco metropolitano.
Il Decreto chiude d’imperio Civica, il periodico di informazione socio-demografica, politica e elettorale della Città metropolitana di Milano e cancella l’iscrizione al Tribunale di Milano.
Civica non è un centro di spesa, non ci sono fondi, ne appalti o incarichi, è solo un periodico che fornisce analisi serie e informazione per quanti si occupano di politica milanese.
Infatti, il nome stesso “Civica” richiama all’impegno verso i comuni della città metropolitana milanese fin dalla sua fondazione nel 2001.
Il testo del Decreto N°89 è recuperabile nella apposita pagina del Blog 'CIVICA: il decreto maledetto'.
Il periodico Civica è disponibile qui: http://www.cittametropolitana.milano.it/civica/CivicA/index.html
Come redazione siamo rimasti stupiti quando giovedì 14 aprile abbiamo appreso, quasi per caso, del Decreto sindacale pubblicato all’Albo Pretorio della Città metropolitana.
Come possono fare tutti i cittadini che consultano gli atti amministrativi dell’Ente.
La stesura del decreto è stata fatta con grande segretezza, non una parola, un accenno o una richiesta di informazioni da parte del dirigente che ha scritto l’atto.
Subito dopo che ha firmato la proposta di decreto è andato in ferie per otto giorni, per cui non si è potuto nemmeno chiedere spiegazioni.
Il collega Fiorello Cortiana , della RSU , già senatore della Repubblica dal 1996 al 2006,
ha suggerito una raccolta firme tra quanti hanno apprezzato il Periodico,
per sollevare il problema dal limbo in cui potrebbe essere relegato.
La proposta è stata prontamente sostenuta da Antimo De Col, Segretario Comparto Autonomie Locali della Funzione Pubblica CGIL .
Le risposte sono state tante e sono riportate nell’elenco sottostante, che si spera possa essere integrato anche con altri.
Ci è stato chiesto di illustrare in che cosa consiste la chiusura del Periodico, quale sia “il punto dolente”.
In poche parole il problema è questo:
- il Decreto chiude il periodico Civica;
- cancella la registrazione della Testata dal Registro della Stampa presso il Tribunale di Milano,
a tale scopo l’ente pubblico spende 360 euro;
- cancella una realtà editoriale che funziona bene a costo zero degradandola a “comunicazione on-line” di dati;
- il degrado è anche nelle professionalità, visto che la “comunicazione” può essere fatta da chiunque,
non c’è valore aggiunto di analisi intellettuale,
non occorre essere iscritti all’Albo dei Giornalisti, avere una laurea e una qualifica,
- la “comunicazione di dati” non è soggetta alle regole sulla stampa della legge 47/48,
sul diritto all’informazione, è un prodotto grezzo come gli “open data”;
- l’estensore del Decreto lo considera un passo avanti verso la semplificazione.
Stupisce e indigna la “ruvidità” della mano che ha scritto il provvedimento, non curante delle leggi e delle persone.
Ma chi l’ha firmato si è veramente reso conto del contenuto?