Lo speciale di CIVICA uscito il 21 ottobre è dedicato al "pasticcio dei Collegi".
In più riporta i testi delle relazioni degli Esperti auditi in 1° Commissione al Senato il 19 ottobre, che sono:
In più riporta i testi delle relazioni degli Esperti auditi in 1° Commissione al Senato il 19 ottobre, che sono:
- Felice Besostri, avvocato antitalikum,
- i costituzionalisti pro-italicum e pro ex-riforme costituzionali naufragate con il referendum del 4 dicembre scorso Carlo Fusaro e l'ex senatore Pd Stefano Ceccanti.
Chiarisco la mia posizione sulla faccenda dei Collegi uninominali, che non è semplice.
Il Rosatellum prevede un sistema articolato di collegi uninominali e plurinominali, all'interno di Circoscrizioni che non sono uguali tra Camera e Senato.
Hanno scelto due differenti disposizioni territoriali: una per la Camera e un'altra per il Senato. Penso che sia dovuto alla "fretta" di depositare un testo in Commissione alla Camera da parte del relatore Fiano, quindi hanno pensato di rimandare il problema con una delega al Governo basandosi su una soluzione apparentemente comoda, per non essere obbligati a pensare ad una unica ripartizione territoriale che richiede tempo e studio.
Così per l'elezione dei deputati in quota maggioritaria alla Camera hanno scelto come unità di base la struttura dei vecchi collegi uninominali del Senato del 1993 costruiti per il mattarellum.
Purtroppo, i collegi senatoriali del '93 sono disomogenei, come mettere insieme dei Lego per bambini piccoli e dei Lego per bambini grandi. Non sono componibili tra loro.
L'art.3 del Rosatellum prevede la delega al Governo con una serie di vincoli che difficilmente potranno essere rispettati.
Difficile fare i Collegi entro i 30 giorni previsti.
Forse nemmeno entro 60 giorni, perché la disposizione territoriale in collegi è la parte fondamentale della legge elettorale che non può essere presa alla leggera dando una delega ad una commissione esperti, che dovrebbero operare delle scelte che sono spesso politiche e non tecniche.
Nel 1993 c'era stata una procedura molto simile che però aveva coinvolto anche le Regioni nell'espressione di un parere, che aveva richiesto quattro mesi di lavoro.
La legge elettorale "mattarellum" è stata pubblicata in GU a metà agosto, il decreto legislativo dei collegi uninominali, con il parere delle Camere e dei Consigli regionali, ha visto la stampa in Gazzetta ufficiale il 20 dicembre '93, per andare al voto a fine marzo 1994.
Questi sono stati i tempi reali in una situazione dove tutti hanno "concorso" a stringere i tempi.
Qui siamo in presenza di uno schema di competizione elettorale basato su una doppia suddivisione territoriale per la Camera, che forse al Senato sarà molto differente.
Di cui ora nessuno dice nulla.
E' una questione centrale per gli elettori e per i candidati.
Non si può delegare al Governo tutta la materia dei collegi uninominali e plurinominali senza prima avere una reale idea della suddivisione del territorio.
Come minimo occorrono delle simulazioni concrete sugli effetti e i margini operativi di funzionamento.
La materia dei collegi può essere trattata e studiata dai Servizi studi delle Camere e dall'Istat con una certa celerità, se si vuole avere un'idea un po' più preciso del funzionamento concreto del Rosatellum.
L'art.3 del Rosatellum prevede la delega al Governo con una serie di vincoli che difficilmente potranno essere rispettati.
Difficile fare i Collegi entro i 30 giorni previsti.
Forse nemmeno entro 60 giorni, perché la disposizione territoriale in collegi è la parte fondamentale della legge elettorale che non può essere presa alla leggera dando una delega ad una commissione esperti, che dovrebbero operare delle scelte che sono spesso politiche e non tecniche.
Nel 1993 c'era stata una procedura molto simile che però aveva coinvolto anche le Regioni nell'espressione di un parere, che aveva richiesto quattro mesi di lavoro.
La legge elettorale "mattarellum" è stata pubblicata in GU a metà agosto, il decreto legislativo dei collegi uninominali, con il parere delle Camere e dei Consigli regionali, ha visto la stampa in Gazzetta ufficiale il 20 dicembre '93, per andare al voto a fine marzo 1994.
Questi sono stati i tempi reali in una situazione dove tutti hanno "concorso" a stringere i tempi.
Qui siamo in presenza di uno schema di competizione elettorale basato su una doppia suddivisione territoriale per la Camera, che forse al Senato sarà molto differente.
Di cui ora nessuno dice nulla.
E' una questione centrale per gli elettori e per i candidati.
Non si può delegare al Governo tutta la materia dei collegi uninominali e plurinominali senza prima avere una reale idea della suddivisione del territorio.
Come minimo occorrono delle simulazioni concrete sugli effetti e i margini operativi di funzionamento.
La materia dei collegi può essere trattata e studiata dai Servizi studi delle Camere e dall'Istat con una certa celerità, se si vuole avere un'idea un po' più preciso del funzionamento concreto del Rosatellum.
Tanto per chiudere male questa brutta Legislatura. Si rischia un caos istituzionale.
A meno che non ci sia un ravvedimento operoso...