La
Befana ci porterà una nuova fregatura: Democrazia sospesa sine
die.
Di questo si è parlato mercoledì 18 dicembre al convegno “Riforme dopo la defenestrazione del porcellum” alla Società Umanitaria di Milano, con il politologo Giorgio Galli e Felice Besostri, uno dei proponenti del ricorso che ha originato la sentenza della Consulta. Galli ha rimarcato che il tentativo di Renzi di fare una legge elettorale che forzi la competizione in senso bipolare, in presenza di un sistema politico a tre forze, PD-M5S-FI,oltretutto quasi uguali, è bizzarro e pericoloso. Da parte mia ho esposto la sequenza dei fatti sostenendo la tesi del “golpe” bianco, strisciante ma concreto, sostanzialmente attuato con il blocco delle liste bloccate e il trasloco forzato della discussione alla Camera. Un trucco che sta determinando lo stallo del sistema democratico italiano, tra chi sta nel Palazzo, in primis con i neo-badogliani e, fortuna sua, con fuori Berlusconi. Gli elettori dovranno attendere parecchio prima di poter dire la loro al riguardo, almeno fino al 25 maggio. Nel frattempo emerge un dato inquietante: se il buon giorno lo si vede dal mattino, questo infausto dicembre 2013 prelude altri e maggiori guai. Nei prossimi mesi il badogliesco governo affiancato dalla segreteria renziana potrebbe combinare tanti e tali pasticci da condurre alla disperazione milioni di persone, di giovani, di senza lavoro, di oppressi dalle valanghe di tasse da pagare. Agli italiani, privati del voto e di tutte le sovranità, svendute all’estero, non rimarrà che recuperare i vecchi forconi, nella tentativo di lanciare un ultimo disperato assalto alla Bastiglia.