Tanto
fermento e ancora non si sa la data del referendum sulla Revisione
costituzionale Renzi-Boschi approvata a inizio aprile. Il premier Renzi dopo la
sconfitta elettorale di giugno continua a spostare la data: prima doveva essere
a inizio ottobre, poi la Corte
costituzionale ha fissato la discussione sull’Italicum al 4 ottobre per cui,
temendo un giudizio negativo, prudentemente hanno spostato sempre più il là il
momento della conta: fine ottobre, metà novembre ed ora si sente parlare di
votare a metà dicembre, invadendo per la prima volta il territorio comunicativo
di Babbo Natale.
La
vittoria dei “gufi” è possibile, anzi è prefigurata dai sondaggisti, per cui
qualcosa dovranno inventare per non contarli. L’improvvisa apparente semplificazione
della politica è evidente. Ha preso una forma duale, Si o No. Basta con i tanti
sottili distinguo: comunista, socialista, democristiano di un tipo o dell’altro,
liberale o neofascista. Ora è tutto bianco o nero, niente grigi di mezzo. Un mondo
politico semplificato, che si aspettava da molto tempo, dal tempo dei guelfi e
dei ghibellini. Le buone notizie finiscono qui.
Dichiaro subito, per onestà
intellettuale, qual è la mia posizione: sono per il No, ragionato. Dopo la
stipula del patto Renzi-Berlusconi, 18 gennaio 2014, ho seguito attentamente il
processo legislativo in Parlamento, con l’evolversi delle varie proposte, prima
con l’Italicum e dopo con la
Revisione costituzionale, che ha dovuto risolvere ciò che non
era stato precedentemente risolto.
In
verità, la prima versione del patto del Nazareno non era così male, è stata la
gestione in Aula operata dai rispettivi colonnelli che ne ha degradato la
realizzazione, tanto che in un articolo precedente è stato accostato al patto
Molotov-Ribbentrop.
Ora
che gli schieramenti sono in campo, si può anche ragionare sul senso delle cose
fatte e su cosa potrebbe succedere in futuro. Un punto deve essere chiaro: queste
di cui si sta parlando non sono “Riforme” ma “revisioni legislative”, per
giunta di dubbia utilità per chi le ha sostenute.
Mi
spiego meglio. L’Italicum, la legge 52/2015, è il pezzo forte di tutta
l’operazione di revisione istituzionale, perché ribalta la forma di governo
prevista in Costituzione, introducendo di fatto un premierato e un controllo
ferreo sulla composizione della Camera e sugli altri organi costituzionali da
parte dei leader dei principali partiti.
Non
c’è nulla di democratico in un esproprio, con legge ordinaria, del potere di elezione
dei deputati a favore di un capo partito, come fa l’Italicum. E’ una cessione di
sovranità popolare in cambio di nulla, di vaghe promesse che impegnano solo chi
ha la sventura di ascoltarle.
Un
esempio forse può rendere meglio l’idea su queste presunte riforme, senza
entrare in fastidiosi dettagli tecnici. Si possono paragonare a un “kit” per modificare
l’automobile, sono dispositivi che permettono di moltiplicare le prestazioni e aggirare
i controlli sulla velocità e le emissioni.
La
legge elettorale e il testo di revisione della costituzione assomigliano più a
manuali per l’elaborazione del motore e della centralina elettronica di un
auto. Non sono leggi che stanno in piedi da sole. La controprova è semplice: basta
provare a leggere l’Italicum e si ha l’impressione di trovarsi di fronte a uno
scatolone con dentro pezzi vari, un carburatore, gomme nuove ecc…
Non
è una macchina finita, pardon, una riforma a se stante.
E
si vede bene, ad un posto di blocco della polizia, un occhio attento può vedere
che la macchina è truccata. In tal caso c’è il serio rischio di ritiro della
patente al conducente e di multa a tutta l’allegra compagnia che pensa di viaggiare
a mille sull’auto truccata.
Si
è già detto del 4 ottobre, quando toccherà ai giudici della Corte
Costituzionale, chiamati soprattutto per merito dell’avv. Felice Besostri, ad eseguire
un doveroso controllo. “Chiederemo che
vengano rimessi in discussione non solo i punti segnalati dai Tribunali di
Torino e Messina, ma della costituzionalità dell’intera legge. Se la Corte accetterà, per
assicurare il contradditorio, ci vorrà un rinvio probabilmente a dopo il
referendum costituzionale- ha dichiarato Besostri - Se la legge fosse dichiarata anche solo parzialmente incostituzionale
il risultato potrebbe essere che questo parlamento, eletto nel modo che
sappiamo, quanto meno non sa scrivere le leggi”.
giugno 2015
http://www.lindipendenzanuova.com/italikum-come-faranno-volare-i-seggi-da-una-regione-allaltra/
marzo 2014
http://www.termometropolitico.it/blog/approvato-un-mezzo-italicum-viagra-per-la-ii-repubblica
Si segnala anche:
http://www.leurispes.it/habemus-italicum/