lunedì 14 ottobre 2013

In onore di LICIA. Dialogo con l'ex-ministro della difesa Arturo Parisi.

Le reazione alla scomparsa di Licia Cossetto sono state molto toccanti. Tante persone hanno appreso della storia personale di Licia e del confine orientale proprio raccontando del modo con cui è volata in Cielo.
Ma qui vorrei rendere pubblico un messaggio, spero senza urtare la sensibilità della persona coinvolta, dalla quale ho ricevuto proprio ieri questo sms:
"Ho letto le tue note su Licia Cossetto e finalmente ho capito. 
Un caro saluto da Arturo Parisi"
Quando ho letto queste poche parole sono stato felice, ed ho pensato che Licia sia quasi più forte e convincente adesso che è mancata di quando era in vita.
In effetti, dovrei spiegare il precedente, perchè l'on. Arturo Parisi ha scritto così.
Ci conosciamo da tempo. Siamo stati insieme per tanti anni nella SISE, quando lui dirigeva l'Istituto Cattaneo di Bologna, e per un certo periodo nei primi anni novanta ne è stato anche il presidente. Come studiosi della politica e delle elezioni abbiamo idee diverse, ma ciò che conta è la stima e il rispetto.
Il punto di partenza è il 2007, quando ho dato una mano a Rossana Mondoni, mia moglie, a raccogliere  la testimonianza e il materiale documentale di Licia per il suo libro "La verità per la riconciliazione", pubblicato dalla Silentes Loquimur di Pordenone.
Nel 2007 Arturo Parisi era ministro della Difesa, per cui avevo pensato di proporgli il tema del confine orientale, delle "foibe", ancora molto dibattuto, con la sua partecipazione alla presentazione del libro su Norma Cossetto.
Mi ricordo che era estate e mandai una mail ad Arturo Parisi. Nonostante i suoi impegni ministeriali mi rispose velocemente chiedendomi il materiale dell'iniziativa. Dopo di che non ho più avuto risposta, abbandonando l'idea di costruire un ponte con la sinistra su questo tema storico ancora cosi sofferto. Fino a ieri.
Dopo aver pubblicato il post, lunedì sera, ricevo la gradita replica di Arturo Parisi, che rimarca:
"Non so se capiranno quello che non sapevo
e improvvisamente ho capito. 
Ma l'ho capito perché quando ci siamo conosciuti 
anche tu non sapevi che ero un orfano di guerra, 
e meno che mai che sarei finito ministro della difesa. 
Costretto a iniziare troppo presto a riflettere 
e a continuare a riflettere su temi e vicende 
che troppi non fanno in tempo a capire 
perché preferiscono dimenticare..."
E' vero, ha ragione Arturo Parisi, quando ci siamo conosciuti nel 1988, io non sapevo nulla della sua storia come nulla conoscevo delle "Foibe" e del Confine Orientale, infarcito come'ero dalla retorica resistenziale ricevuta a scuola e all'Università. 
Non mi ero mai posto il problema di sentire le voci critiche. Solo l'incontro casuale con Licia e il formarsi di un legame di amicizia, mi ha fatto smuovere, rimettendo in discussione delle verità che credevo intangibili. 
Licia ha avuto il grande merito di non demordere mai, per oltre sessant'anni ha tenuto alta la bandiera del suo popolo, aprendo una finestra su una vicenda e un mondo totalmente sconosciuto, a buona parte degli italiani (di sicuro tra i piemontesi e i lombardi). 
In questo modo ho appreso dell'esistenza di uno dei lati "oscuri"  della nostra storia recente, a partire dalla seconda guerra mondiale fino alla nascita di questa sgangherata Repubblica.

Si segnala l'articolo sul sito della ANVGD:
http://www.anvgd.it/notizie/16162-il-testimone-di-licia-cossetto-nelle-parole-di-rossana-mondoni-14ott13.html