mercoledì 24 settembre 2014

MILANO e LA GATTA FRETTOLOSA CHE VUOLE VOTARE, nonostante che...

Ci siamo, il voto per il Consiglio metropolitano di Milano è per domenica 28 settembre. Ma quasi tutti i cittadini milanesi non potranno votare. Sono elezioni di secondo grado, votano poco più di 2000 persone su tre milioni di abitanti, solo i consiglieri comunali e i sindaci, meno dello 0,1% degli elettori. E’ un deciso passo indietro a metà Ottocento, quando si votava per censo, voluto dalla legge 56/2014, la cosiddetta legge Delrio, dal nome del potente sottosegretario alla presidenza del governo Renzi. Questa è anche la prima (e unica) riforma istituzionale varata dall’attuale governo. Ieri abbiamo visto come la riforma delle Province stia per diventare un riciclaggio occulto dei vecchi politici che non vogliono mollare la sedia. Oggi tocca all’altro pezzo della riforma: le Città metropolitane, che prenderanno il posto delle Provincie nelle grandi aree urbane.
Dai primi passi del Comune di Milano c'è il serio pericolo di “infeudamento” della Città metropolitana, con la riproposizione del vassallaggio feudale. 
Nel convegno del 9 settembre scorso sulle funzioni della nuova Città, organizzato dal Comune di Milano, hanno spiegato quali saranno i possibili vantaggi per gli altri 133 comuni:
- la costituzione di una “Stazione Appaltante” unica, 
- il Grande Piano Strategico dell’Area metropolitana.
Alla storiella del Piano strategico non credono neanche i bambini, che hanno più fiducia nella Peppa pig. 
La Stazione Appaltante unica, invece, incute un certo timore....

prosegue sul giornale on line, al link:
(ritaglio del verbale dell'Ufficio Elettorale, dove si afferma che fino al 1° gennaio non c'è capacità giuridica
per il Consiglio che, con tanta fretta, verrà eletto il 28 settembre)

buona lettura