ELEZIONI Politiche per Monti e Grillo
Con il "Porcellum" si ritrovano nella stessa situazione
Due facce, una
solo moneta: Monti e Grillo si trovano
accomunati in una situazione identica. Non vogliono o non possono candidarsi,
ma vorrebbero capeggiare le rispettive formazioni.
Il problema
ha una possibile e legittima soluzione, che ho esposto con l'articolo pubblicato da L'Indipendenza.com del 26
dicembre, facendo rilevare che nelle pieghe del nostro complicato ordinamento
elettorale esiste una seria possibilità
di loro candidatura, che non è una candidatura, una configurazione che ha quasi
dell’incredibile, che pare che sia stata studiata e approntata appositamente per loro.
Un attento
studioso e collaboratore del giornale on line, Francesco Maria Agnoli subito dopo
ha rilevato che:” In ogni caso, anche se
qualche costituzionalista sembra pensarla
in modo diverso, una cosa
dovrebbe essere abbastanza
evidente: Monti non può candidarsi, nel
senso che non può presentarsi agli elettori…”
Invece si, è
possibile. Si può presentare davanti agli elettori con i galloni da generale,
senza farsi votare direttamente. Il trucco c’è ma non si vede. La soluzione per
Monti, e quindi per Grillo, è nella attuale legge elettorale, il porcellum, la
legge 270/05, che ha introdotto la figura del “Capo della forza politica”, che
non è da confondere con il capolista di una lista. La differenza è enorme, mi
spiego meglio usando una metafora: concettualmente sono come l’allenatore e il
capitano della squadra.
Questa nuova
figura di allenatore-capo è stata introdotta nel settembre 2005 per trovare una
sistemazione dignitosa a Romano Prodi,
che stava per fare le primarie dell’Unione per tale posizione senza che
vi fosse un posto pronto a tale scopo.
Silvio Berlusconi e i suoi solerti tecnici hanno subito trovato la
soluzione che poteva andare a pennello, intitolata poi al sempre disponibile
leghista bergamasco Calderoli.
La nuova configurazione
è quella di un allenatore con più capitani giocatori.
Infatti, il
Cavaliere si era predisposto a competere per le Politiche 2013 su questo
schema, purtroppo per lui si è trovato con il solo Alfano, si è accorto che il
gioco così non può girare e funziona male. Anche per questo aveva fatto
l’offerta a Monti di cedergli il suo posto di “allenatore”, che però avrebbe
sempre tenuto per coda.
Insomma,
questa figura di “Capo” appare politicamente necessaria, anche se la gestione è
molto difficile, ci vuole flessibilità e non basta, come ha dimostrato la
legislatura attuale, iniziata nel 2008 sotto il segno di Veltroni e Berlusconi,
finita come con ben altre figure: Bersani, che ha sostituito il badogliano
ex-segretario Pd, e Monti, che ha disarcionato l’appesantito Cavaliere.
A ben vedere
la legge non prevede cambiamenti di formazioni, come è avvenuto con la
scissione di Fini e del FLI e l’ingresso della Santanchè al governo, oppure subentri
di allenatori con i due passi indietro di Veltroni, che da allenatore-capitano-giocatore
si è accontentato di un misero posto da giocatore in panchina.
Si è
già detto che giuridicamente la figura del capo-coalizione introdotta nel 2005 è
quasi indefinita, non è previsto alcun requisito minimo, della serie più una
cosa è importante e meno si dice. Così, potrebbe essere un uomo o una donna
qualsiasi, con la fedina penale pulita o lunga un chilometro, un cittadino italiano,
comunitario oppure un extracomunitario, forse sarebbe possibile che sia anche
minorenne. Tutto è ammesso, perché non è vietato, quindi che sia anche un
senatore a vita, come Monti. Oppure che si trovi nella situazione di Beppe
Grillo con una condanna sulle spalle. Non è detto che il “capo” sia poi anche
candidato alla Camera o al Senato, può tranquillamente non presentare il suo
nome nelle liste, in tal caso resterà una figura esterna al Parlamento. Certo,
non avrà diritto alle prebende e alle garanzie costituzionali che possiede un
parlamentare, comunque potrà avere degli incarichi di governo, anche la nomina
a premier. Oppure essere intervistato un giorno si e no da tutti i TG, che è la
cosa che conta di più.
La
normativa attuale consente questo escamotage, per cui Monti e Grillo possono
legittimamente concorrere alle prossime elezioni politiche del 24 febbraio 2013
come leader delle loro coalizioni e nel caso di Monti, mantenendo il seggio al
Senato che gli ha regalato il presidente Napolitano.
Sono queste
le ragioni che hanno indotto a elezioni anticipate, tutto per non fare la
riforma elettorale, per sfruttare a pieno i trucchi del “porcellum”, che
altrimenti non avrebbero potuto utilizzare.
Sono
armi che i vari Fini, Casini, D’Alema, Berlusconi e Bersani hanno voluto
mantenere intatte nell’arsenale della nostra sgangherata Repubblica, ma che
sono a doppio taglio. Ora possono consentire a Mario Monti di superare il
blocco del seggio senatoriale avuto in regalo a garanzia della sua non
candidatura, così come a Grillo di giocare la sua partita da allenatore a pieno
titolo, senza correre il rischio di trovarsi bloccato nella palude della Camera
o del Senato, lanciando l’assalto alle trincee nemiche da una posizione privilegiata.