venerdì 15 novembre 2013

Matteo Renzi e la Destra inciucciano...

Il progetto “Sindaco per l’Italia”
La formula speciale c’è, si chiama il “Sindaco d’Italia”. Viene presentata come toccasana ai tanti guai che affliggono il sistema politico italiano. In queste settimane si sono moltiplicati, da destra e da sinistra, gli appelli ad una riforma elettorale del famigerato “porcellum” in tal senso. La miracolosa pozione estende il sistema elettorale utilizzato per le grandi città al Parlamento, eleggendo il capo del governo come fosse il sindaco. Un mix tra presidenzialismo e semi-presidenzialismo, una assoluta novità in campo costituzionale. Senza dare un prematuro giudizio, vediamo le varie posizioni, a partire da Marcello Veneziani che ha dedicato il suo elzeviro su Il Giornale del 14-11: “Signori del centrodestra, volatili e rettili di ogni tipo, avete una grande possibilità per sbloccare la situazione e dare un segnale di svolta al Paese: sostenete a spada tratta la proposta di Matteo Renzi sull'elezione diretta del premier, meglio nota sin dai tempi di Mariotto Segni come un Sindaco per l'Italia…”. Contemporaneamente Cesare Maffi su Italia Oggi titola “Il sindaco d'Italia è una bufala!” e reclama “Un po' di chiarezza sarebbe al riguardo utile. Partiti eredi dell'antica destra, e ovviamente anche l'attuale Pdl e domani Fi, potrebbero fare una bandiera del presidenzialismo, senza lasciarlo in mano a Renzi (per di più con carte truccate).”
Il riferimento di Veneziani a Renzi è dovuto all’uscita fatta dall’ex-rottamatore tramite twitter qualche giorno prima: "È Importante fare una proposta che abbia caratteristiche semplici: il primo elemento di semplicità è che si sappia chi ha vinto. Poi, chi ha vinto deve governare: non è che ci mettiamo insieme di nuovo, le larghe intese, l’inciucio. Inoltre, chi vince e governa deve avere cinque anni davanti, un minimo di arco temporale davanti". "La nostra proposta - prosegue - va sotto il nome di sindaco d’Italia, nome un po' riduttivo. La sintesi è una legge elettorale in cui si sa chi ha vinto. E credo sia più serio che chi deve rifare la legge elettorale non ci faccia passare dal porcellum al superporcellum al porcellinum. Una cosa seria non una misera occasione per sfangare il giudizio della Corte costituzionale..".
Su La Repubblica il giorno dopo, 12 novembre, commentano così: “Un affondo, quello del sindaco, che non a caso arriva proprio il giorno in cui la Commissione Affari costituzionali del Senato è chiamata a votare su due ordini del giorno depositati il 7 novembre: il primo a firma Pd-Sc-Sel sul doppio turno di coalizione, il secondo a firma Lega Nord sul ritorno al Mattarellum. Per il sindaco, se la Consulta deciderà di fatto per un sistema proporzionale il Pd proporrà la sua legge elettorale.”
In Senato poi la mozione sul doppio turno non è stata accolta. Ora sono aperte le trattative per un ritorno al sistema precedente, il mattarellum, un sistema misto proporzionale maggioritario, con i collegi uninominali e le liste bloccate al proporzionale.
Tornando alla proposta che sta raccogliendo consensi a tutto campo, quella del sindaco d’Italia, è forse il caso di togliere le suggestioni comunicative per toccare con mano che cosa può voler dire in pratica un sistema elettorale così concepito. Prima di tutto occorre dire che Renzi gioca con le parole, come fa il gatto con il topo. Alla convention della Leopolda si era espresso contro il proporzionale, in modo piuttosto vivace, dicendo che “glielo fare passare questa voglia di proporzionale”. Passano pochi giorni e, sorpresa delle sorprese, se ne esce con un pubblico sostegno al sistema dei sindaci delle grandi città, che è un sistema proporzionale, con premio di maggioranza molto importante, pari al 60% dei seggi. Il calcolo è presto fatto: 370 seggi alla Camera, molti di più dei 340 del porcellum. I seggi verrebbero assegnati proporzionalmente ai partiti che sorreggono il candidato “sindaco d’Italia”. Il bello però deve ancora venire. Se nessun candidato ottiene il 50%, automaticamente scatta il secondo turno, dove la competizione non è più tra i partiti o le coalizioni, ma tra i primi due candidati alla premiership che hanno ottenuto più voti al primo turno. Sarebbe un voto molto personale, sul candidato, che dovrebbe avere presentato un programma e, forse, preannunciato la composizione della sua squadra di governo.
A questo punto è il caso di andare a vedere come funziona questo sistema elettorale, al di là della retorica propagandistica dei vari sostenitori. Una prima importante osservazione è che un tale sistema scompaginerebbe la Costituzione, di fatto girandola sotto sopra come un calzino: nuova forma di governo, fine del parlamentarismo,  sbilanciamento a favore dell’esecutivo. Un sicuro addio alla centralità del Parlamento e avvio della Terza Repubblica.
A parte questi “dettagli” giuridici, per avere un idea un po’ più concreta, meno accademica, è importante vedere come potrebbe funzionare il sistema con le persone che ci sono oggi. Ad esempio, con tutte le cautele del caso, se il 24 febbraio 2013 si fosse votato con un sistema simile, tenendo buoni i risultati emersi dalle urne, si avrebbe:
-          Bersani 29,55 %
-          Berlusconi 29,18 %
-          Grillo 25,56 %
-          Monti 10,56 %
A leggere questo elenco di nomi sembra che sia passata un epoca, invece sono solo pochi mesi. Comunque a febbraio nessun candidato ha avuto la maggioranza assoluta, per cui passano ad un secondo turno i primi due, in un ballottaggio da tenersi dopo due settimane. Una specie di referendum improprio tra Bersani e Berlusconi.
La partita tra i due avrebbe avuto un esito scontato, accontentando così chi vuole sapere subito il nome del vincitore: il Caimano.
Oggi, dopo nove mesi possiamo tranquillamente osservare che un tale scenario sarebbe stato disastroso per tutti, anche per entrambi gli schieramenti, perché avrebbe irrigidito due leadership che si sono dimostrate, per motivi differenti, non adatte a prendere in mano il Governo e l’Italia. Però, la parte più inquietante deve ancora venire ed è quella delle “squadre”, che circondano i rispettivi leader, perché è la squadra che governa e gioca, più che il singolo. Qui cala una nebbia fittissima. Non per il Cavaliere, che ha solo l’imbarazzo della scelta, tra le varie cerchie di fedelissimi; si può ipotizzare un mix tra berluscones (fedelissimi della famiglia allargata e ad arcoriani) e berlusconiani di varia estrazione (aennini, democristiani, socialisti…) con l’aggiunta a piacere di tocchi femminili.
Nell’ipotesi Bersani la squadra sarebbe stata controllata dal cosiddetto “tortello magico”, lo stretto giro di emiliani che si era formato intorno allo Smacchiatore di giaguari, che decideva tutto nel partito e nella coalizione di sinistra. Qui, casualmente, era passato da poco il rischio di incappare nel gruppo del cosiddetto “sistema Sesto”. Ci aveva pensato la magistratura di Monza a mettere fuori gioco il suo precedente capo della segreteria, Filippo Penati, con tutta la sua numerosa banda, che proprio in questi giorni è chiamata a rispondere alle domande degli inquirenti e dei giudici.
Nel caso di Grillo l’ipotetica squadra sarebbe stata tutta da inventare, come stanno dimostrando in questi mesi i parlamentari del M5S.
In definitiva, può essere pericoloso affidarsi a slogan come quello del “sindaco d’Italia” che possono procurare parecchi danni, sovvertendo un sistema costituzionale che è stato oggetto di continue manipolazioni, che lo rendono precario e instabile, come la riforma del titolo V del 2001.
Il problema principale non è quello giuridico, che è sempre risolvibile con la tecnica, condita da pazienza e buona volontà. La preoccupazione è che non si vedono in giro persone adatte a reggere con dignità, onestà e coraggio a cinque anni di governo, come vogliono la Destra e Matteo Renzi.

mercoledì 13 novembre 2013

La "Bottega" del Cavaliere cambia nome. Tanto per non cambiare nulla ...

Volenti o nolenti, anche questo mese se l’è accaparrato Berlusconi. Con tutte le sue invenzioni mediatiche, i suoi patimenti pubblici e privati, conditi da esagerati problemi giudiziari. L’agenda politica è fatta da lui e dai suoi appuntamenti: sabato prossimo Consiglio nazionale del PDL e mercoledì 27 novembre ci sarà il voto sulla sua decadenza da senatore. In sala macchine mercanteggiano sulla legge di stabilità, mentre lui tiene l’opinione pubblica occupata con il tormentone della sentenza di condanna inflittagli dalla Cassazione il 1° agosto, con l’aggiunta del passaggio dal PDL a Forza Italia. Sono passati neanche due mesi dall’inaugurazione della nuova sede di Roma, a San Lorenzo in Lucina, che sui giornali imperversano i resoconti della lotta fratricida  tra lealisti e governisti nel PDL. Questa specie di guerra civile dovrebbe concludersi sabato, con la seconda riunione del Consiglio nazionale, formato da circa 800 persone, appositamente convocato per il cambio nome, con una scaletta dei lavori ancora misteriosa. Tanto fumo per niente, per un modesto cambio di insegna alla ditta, che è sempre la stessa “bottega” del Cavaliere, che da buon venditore è in perenne fermento....



giovedì 31 ottobre 2013

Primo incontro "Le parole della Politica" alla Società Umanitaria: DEBITOCRAZIA

Società Umanitaria di Milano. Mercoledì 30 ottobre si è svolto il primo incontro del ciclo "Le parole della Politica" con (da sinistra) Alfredo Marini, Daniele Vittorio Comero, Giorgio Galli e Nicola Walter Palmieri. La parola che è ha fatto da sfondo è stata: DEBITOCRAZIAIl tema è quello delle democrazie europee e americana alle prese con debiti pubblici ingestibili, prendendo spunto dal libro di N. W. Palmieri "Guerre della Finanza", appena pubblicato da CEDAM.

martedì 29 ottobre 2013

Obama, il dollaro e l’Europa: tutti sul orlo di una crisi


Leggendo i giornali, a volte, viene il dubbio che diluire il latte con acqua, vendere olio d’oliva come extravergine o raschiare monete d’oro siano operazione consentite, quasi normali. Con la scusa che fanno così in tanti, allora tutto è concesso. E’ il caso degli USA e di Obama, oggi nell’occhio del ciclone per aver sostenuto un complesso sistema di intercettazioni delle comunicazioni a tutti i livelli, con la giustificazione di una presunta difesa della sicurezza nazionale.
Passata l’infatuazione che ha contagiato il mondo occidentale verso il nuovo politico, culminata con la consegna ex-ante del premio Nobel per la pace, ora emergono i lati oscuri di Obama.
In questi ultimi anni, con la scusa della crisi finanziaria dei mutui sub-prime del 2007-2008, scoppiata con Bush junior, il problema maggiore non è quello delle “spiate” invadenti, bensì quello di inondare il mercato mondiale di dollari. La situazione appare critica: gli americani producono più dollari che beni reali, è come se stessero allungando con acqua il vino prodotto negli anni scorsi, per far tornare i conti.
Si ha così l’effetto di mettere fuori gioco chi produce veramente ricchezza. Come si può immaginare, la quantità di interessi è enorme, per cui la posta in gioco è altissima, ed è visibile nei continui contrasti sui mercati finanziari, che schiacciano l’economia reale.
Sono in corso delle vere e proprie “Guerre della finanza” – titolo di un libro appena uscito per i tipi della CEDAM – scritto da Nicola Walter Palmieri, che ieri è stato presentato all’Hotel dei Cavalieri e domani alla Società Umanitaria di Milano (30 ottobre, alle ore 17).
L'articolo prosegue sul giornale on line: 

lunedì 21 ottobre 2013

DEMOCRAZIE INDEBITATE


 Invito incontri del 28 e 30 ottobre -Presentazione libro "GUERRE della FINANZA"
Le notizie di questi giorni e degli ultimi mesi sono tutte concentrate sulle nuove tasse,
la Legge di Stabilità e il problema del debito pubblico italiano e americano.
Si segnalano due incontri che si svolgeranno su questi temi settimana prossima,
prendendo spunto dal libro, fresco di stampa, "Guerre della Finanza"
di Nicola Walter Palmieri, aperti a tutti:
 
 
-il primo incontro lunedi 28 ottobre, nella splendida cornice dell'Hotel dei Cavalieri,  p.zza Missori 1,
 
-il secondo incontro mercoledì 30 ottobre nella prestigiosa sede della Società Umanitaria, Via S.Barnaba 48, ore 17.00.
 
Interverranno: Giorgio Galli, Luciano Garibaldi, Alfredo Marini, Nicola Walter Palmieri e il qui presente blogger. 

DEMOCRAZIE INDEBITATE
 Invito incontri del 28 e 30 ottobre -Presentazione libro "GUERRE della FINANZA"
 
Le notizie di questi giorni e degli ultimi mesi sono tutte concentrate sulle nuove tasse,
la Legge di Stabilità e il problema del debito pubblico italiano e americano.
Si segnalano due incontri che si svolgeranno su questi temi settimana prossima,
prendendo spunto dal libro, fresco di stampa, "Guerre della Finanza"
di Nicola Walter Palmieri, come da allegati inviti:
 
-il primo incontro lunedi 28 ottobre, nella splendida cornice dell'Hotel dei Cavalieri,  p.zza Missori 1,
 
-il secondo incontro mercoledì 30 ottobre nella prestigiosa sede della Società Umanitaria, Via S.Barnaba 48, ore 17.00.
 
Interverranno: Giorgio Galli, Luciano Garibaldi, Alfredo Marini, Nicola Walter Palmieri e Daniele Vittorio Comero. 

giovedì 17 ottobre 2013

Manovra economica del governo e "Guerre della Finanza"




Martedi 15 ottobre alla trasmissione PANE AL PANE, con il direttore Luca Levati, si è ragionato sulla situazione economica tra:

- Giorgio Galli, in collegamento telefonico

Daniele V. Comero 

- Walter Nicola Palmieri
    che ha presentato il suo libro
   "Guerre della Finanza", CEDAM


















(nella foto ripresa nello studio, da sinistra: Palmieri, Levati e Comero)



lunedì 14 ottobre 2013

In onore di LICIA. Dialogo con l'ex-ministro della difesa Arturo Parisi.

Le reazione alla scomparsa di Licia Cossetto sono state molto toccanti. Tante persone hanno appreso della storia personale di Licia e del confine orientale proprio raccontando del modo con cui è volata in Cielo.
Ma qui vorrei rendere pubblico un messaggio, spero senza urtare la sensibilità della persona coinvolta, dalla quale ho ricevuto proprio ieri questo sms:
"Ho letto le tue note su Licia Cossetto e finalmente ho capito. 
Un caro saluto da Arturo Parisi"
Quando ho letto queste poche parole sono stato felice, ed ho pensato che Licia sia quasi più forte e convincente adesso che è mancata di quando era in vita.
In effetti, dovrei spiegare il precedente, perchè l'on. Arturo Parisi ha scritto così.
Ci conosciamo da tempo. Siamo stati insieme per tanti anni nella SISE, quando lui dirigeva l'Istituto Cattaneo di Bologna, e per un certo periodo nei primi anni novanta ne è stato anche il presidente. Come studiosi della politica e delle elezioni abbiamo idee diverse, ma ciò che conta è la stima e il rispetto.
Il punto di partenza è il 2007, quando ho dato una mano a Rossana Mondoni, mia moglie, a raccogliere  la testimonianza e il materiale documentale di Licia per il suo libro "La verità per la riconciliazione", pubblicato dalla Silentes Loquimur di Pordenone.
Nel 2007 Arturo Parisi era ministro della Difesa, per cui avevo pensato di proporgli il tema del confine orientale, delle "foibe", ancora molto dibattuto, con la sua partecipazione alla presentazione del libro su Norma Cossetto.
Mi ricordo che era estate e mandai una mail ad Arturo Parisi. Nonostante i suoi impegni ministeriali mi rispose velocemente chiedendomi il materiale dell'iniziativa. Dopo di che non ho più avuto risposta, abbandonando l'idea di costruire un ponte con la sinistra su questo tema storico ancora cosi sofferto. Fino a ieri.
Dopo aver pubblicato il post, lunedì sera, ricevo la gradita replica di Arturo Parisi, che rimarca:
"Non so se capiranno quello che non sapevo
e improvvisamente ho capito. 
Ma l'ho capito perché quando ci siamo conosciuti 
anche tu non sapevi che ero un orfano di guerra, 
e meno che mai che sarei finito ministro della difesa. 
Costretto a iniziare troppo presto a riflettere 
e a continuare a riflettere su temi e vicende 
che troppi non fanno in tempo a capire 
perché preferiscono dimenticare..."
E' vero, ha ragione Arturo Parisi, quando ci siamo conosciuti nel 1988, io non sapevo nulla della sua storia come nulla conoscevo delle "Foibe" e del Confine Orientale, infarcito come'ero dalla retorica resistenziale ricevuta a scuola e all'Università. 
Non mi ero mai posto il problema di sentire le voci critiche. Solo l'incontro casuale con Licia e il formarsi di un legame di amicizia, mi ha fatto smuovere, rimettendo in discussione delle verità che credevo intangibili. 
Licia ha avuto il grande merito di non demordere mai, per oltre sessant'anni ha tenuto alta la bandiera del suo popolo, aprendo una finestra su una vicenda e un mondo totalmente sconosciuto, a buona parte degli italiani (di sicuro tra i piemontesi e i lombardi). 
In questo modo ho appreso dell'esistenza di uno dei lati "oscuri"  della nostra storia recente, a partire dalla seconda guerra mondiale fino alla nascita di questa sgangherata Repubblica.

Si segnala l'articolo sul sito della ANVGD:
http://www.anvgd.it/notizie/16162-il-testimone-di-licia-cossetto-nelle-parole-di-rossana-mondoni-14ott13.html

Lombardia, possibile teatro di battaglie per il "Lombardellum"

Settimana scorsa a Milano al Tribunale regionale amministrativo, il TAR, è accaduto un fatto particolarmente rilevante, classificato come secondario dai media, ma che può avere delle conseguenze politiche enormi. Mi riferisco alla discussione del ricorso presentato da alcuni cittadini e giuristi contro la proclamazione degli eletti in Consiglio regionale della Lombardia dopo le elezioni del 24-25 febbraio scorso. 
Nel ricorso non viene messo in discussione il risultato finale, cioè la vittoria di Maroni su Ambrosoli, ma il sistema di elezione dei consiglieri e il collegato premio di maggioranza, di oltre il 60% dei seggi; in pratica è contestata la legge elettorale in se, la formulazione tecnica del "Lombardellum", che come è noto è stato fatto in fretta e furia un venerdì pomeriggio in contemporanea con le dimissioni della maggioranza dei consiglieri, a fine ottobre 2012, dopo vari scandali che avevano coinvolto la giunta Formigoni, in particolare quello che aveva portato in custodia preventiva l'ex-assessore del PDL Zambetti.
Quel pomeriggio  l'approvazione della nuova legge elettorale è stata fatta sulla base di emendamenti ad un testo base presentato dal PD, ma la fretta dei consiglieri di chiudere la legislatura ha lasciato un testo raffazzonato, che nei giorni successivi non è stato facile ricomporre in un testo giuridicamente solido e coerente. 
La questione è molto tecnica, per cui si fa fatica a trattarla senza correre il rischio di annoiare il lettore. In questa sede l'importante è segnalare la notizia: il TAR della Lombardia ha ritenuto plausibili le ragioni dei ricorrenti, rappresentati dagli avv. F. Besostri, Tani e Zecca, rinviando alla Corte Costituzionale il giudizio sulla costituzionalità della Legge Regionale 17/2012, in particolare nella parte relativa al premio di maggioranza e le soglie di sbarramento per l'accesso al consiglio. Rimane da capire la questione dell'esenzione della raccolta delle firme che ha facilitato alcune liste (Fratelli d'Italia ecc..)...
prosegue sul giornale on line
http://www.lindipendenza.com/lombardia-futuro-teatro-di-battaglia-campale-sulla-legge-elettorale/

venerdì 11 ottobre 2013

Il “testimone” di Licia

di Rossana Mondoni
Eravamo gioiosi tutti e tre: tu, Daniele ed io, quando percorrevamo l’autostrada quel mattino del 5 ottobre, felici di andare a Trieste, a pranzo dalla cugina Erminia che, per l’occasione, aveva allestito una tavola da sposi. Ci attendeva, ci attendevano in tanti: il cugino Pino e la sua numerosa famiglia, tanti altri parenti e amici, le autorità del Comune, della Provincia e della Regione, per la commemorazione del 70° del martirio di Norma, prevista nel pomeriggio, poi la visita al cimitero di santa Domenica il giorno successivo e l’incontro con la Comunità istro-veneta locale. Alle 11, all’autogrill di Cessalto, a meno di un’ora dalla meta, mi hai chiamato per sorreggerti. All’improvviso accade tutto: senza dire nulla, hai salutato con un sorriso e ti sei accasciata tra le mie braccia. Il tuo viaggio terreno è finito. Confesso che non ero pronta.
Ora, guardo il feretro davanti all’altare della chiesa dell’Assunta, a Ghemme, sopra al quale sono stati posati dei fiori e una piccola scatola contenente la terra rossa d’Istria, davanti un piccolo tuo ritratto, sono la testimonianza che tu cara Licia, piena di energia e di voglia di vivere, sei passata alla Storia.
In giovane età sei stata trascinata nella tragedia di tua sorella Norma, di tuo padre Giuseppe e di molti altri familiari, dopo di che sei diventata portavoce e testimone di quella storia del confine orientale che alla fine della seconda guerra mondiale ha coinvolto centinaia di migliaia di italiani, strappati dalle loro terre solo perché volevano rimanere italiani e non accettavano il regime comunista del maresciallo Tito.
La chiesa è gremita di persone, davanti sul lato sinistro sono schierati i labari delle ANVGD provinciali di Novara, Monza e Varese, seguito da quello del Movimento nazionale Istria Fiume Dalmazia. Rassicura la presenza del grande gonfalone della città di Pola tenuto dritto da Tito Lucilio Sidari, vicesindaco in esilio, che non manca mai, accorso un’ultima volta per abbracciarti. Davanti a tutti il gonfalone del Comune di Ghemme. Nei primi banchi, tua figlia Norma con gli amati nipoti, seguiti dalle fasce tricolori del presidente del consiglio comunale di Arona e del sindaco di Ghemme, che ha proclamato il lutto cittadino a rimarcare l’affetto  della comunità e la solennità del momento. Il celebrante don Piero ha parole toccanti nella sua predica. Tutti i presenti rendono onore alle battaglie che hai condotto per far emergere la verità dei fatti contro chi tende a confondere e sminuire gli eventi storici. Vengono alla mente i tuoi racconti di quei terribili giorni di fine settembre del 1943 quando, insieme a tuo cugino Pino, andavi in bicicletta all’ex caserma di Visignano prima e poi in quella di Parenzo a cercare Norma, per portarle qualcosa da mangiare, qualche indumento per la notte sperando che qualcuno dei feroci carcerieri dal berretto con la stella rossa, provasse pietà e te la lasciassero portare a casa. Invano.
Sei stata una donna molto forte e saggia, sapevi ricordare senza odiare: “Rispetto tutti i morti, so bene che di angherie e crimini di guerra ce ne sono stati sia da una parte che dall’altra, allora non sapevamo degli orrori dei campi di sterminio nazisti, vorrei che venissero riconosciute anche le foibe e la sofferenza che ha dovuto patire  il popolo giuliano, fiumano, istriano e dalmata”.
Hai dimostrato coraggio, così quando tua madre te lo chiese, col cuore in gola, acconsentisti a lasciare la tua amata Istria e a partire di notte con una zia, passando attraverso i boschi, alla volta di Trieste lasciandoti alle spalle la casa di famiglia, che non avresti mai dimenticato. Anticipasti di oltre due anni, quello che sarebbe stato l’esodo di 350 mila italiani verso una patria, l’Italia, che si dimostrò poco ospitale.
“Sono stata fortunata - mi dicevi - perché non sono finita in un campo profughi, grazie a mio marito che mi ha dato una casa e tutto quello che mi era stato strappato compreso il calore di una famiglia”.  Il marito Guido Tarantola, pilota dell’aeronautica, conosciuto a Gorizia a casa di parenti nel settembre 1944, ti ha portato in Piemonte, a Novara e a Ghemme, dove dopo vicende alterne, ti sei stabilita definitivamente negli anni Settanta. E’ lì che ci siamo incontrate quando la mia vicenda si è intrecciata con la tua e ho scoperto, non senza rammarico, che i miei studi di storia all’università di Milano erano stati condizionati da molta ideologia. Con delicatezza, per non offendere la mia suscettibilità, mi hai aperto la strada del mondo degli esuli, facendomi conoscere molti testimoni e leggere i loro scritti. Insomma, ho imparato ad affacciarmi alla storia, quella vera, priva di pregiudizi ed io, figlia di deportato civile nel campo di Mauthausen, ho appreso quello che non immaginavo fosse accaduto, della tragedia delle foibe avvenuta  per mano dei partigiani comunisti di Tito aiutati spesso da partigiani italiani. Mi raccontavi di non festeggiare il 25 aprile, perché al confine orientale quella data  non rappresenta  la “liberazione”, ma l’inizio di atroci sofferenze. Bisogna raccontare questo pezzo della storia italiana, senza aver paura della verità. Questo è stato l’intento del nostro primo libro, pubblicato da Marco Pirina nel 2007, dal titolo “La verità per la riconciliazione” e del successivo “Nel nome di Norma”, di riconciliare gli animi senza dimenticare di rendere onore a chi ha sofferto. Un compito che è stato pesantissimo. Hai bussato a tutte le porte, scritto a ministri e politici di ogni colore, fino a quando nel 2004 è stata  finalmente riconosciuta la tragedia del tuo popolo, con la legge istitutiva del Giorno del Ricordo e nel dicembre del 2005 sono state assegnate le prime onorificenze, tra le quali la medaglia d’oro al merito civile a Norma, che esibivi orgogliosamente sul petto in tutte le manifestazioni ufficiali.
La stessa che ora porta tuo nipote Vittorio, salito al pulpito al termine della messa a leggere la toccante preghiera dell’Esule che previdentemente avevi lasciato in consegna.
La preghiera è molto bella, mi spinge con decisione a  raccogliere il Tuo “testimone”, morale e storico, proseguendo sulla strada che hai indicato.
 (Rossana Mondoni)
La preghiere è nella pagina di Storia di questo Blog :
http://danielevittoriocomero.blogspot.it/p/storia.html 

mercoledì 9 ottobre 2013

Ultimo saluto a una grande Donna, Licia Cossetto, testimone della Storia

Ghemme: funerali di Licia Cossetto

Funerali Licia Cossetto (3)





Foto tratte dal giornale NovaraToday
http://www.novaratoday.it/foto/cronaca/ghemme-in-tanti-ai-funerali-di-licia-cossetto/funerali-licia-cossetto-3.html







Martedì 8 ottobre 2013, ore 14,30 ultimo saluto a Licia Cossetto (Ghemme, in provincia di Novara). 
Licia è stata un "testimone della storia" personaggio di grande rilievo, nata il 1 agosto del 1923 a Santa Domenica di Visinada, un villaggio rurale dell’Istria, attualmente in Croazia.
Come tanti altri coetanei ha vissuto in pieno la seconda guerra mondiale, in un luogo teatro di uno scontro che ha avuto una durezza inusitata dopo l’8 settembre del 1943, che ha colpito tutte le popolazioni del confine orientale: i giuliani, i dalmati, i fiumani e gli istriani.



L'articolo completo pubblicato sul giornale on line:






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martedì 24 settembre 2013

S-FORZA-TI ITALIA del PDL, si può fare di più..

Il passaggio dal PDL a Forza Italia 2.0 è stato fatto. 

Dopo una settimana, superato l'impatto emotivo, sia in positivo che negativo, è giusto chiedersi se un tale cambio di nome è un'operazione genuina, trasparente e innovativa oppure affrettata, precipitosa e maldestra. Occorre essere obiettivi per rispondere a questa domanda, soprattutto adottare uno schema di valutazione che sia adeguato al contesto, cioè a quello di una democrazia rappresentativa matura, di tipo parlamentare, basata sulla partecipazione politica tramite i partiti, come prescrive la Costituzione.
Il metro di giudizio è quindi in primis sul rispetto delle regole formali, tipiche di uno stato di diritto, con un occhio alla sostanza, cioè alla effettiva capacità di rappresentare la volontà popolare. Il primo passo è quello di prendere in mano lo Statuto del PDL, verificare come lo hanno utilizzato, poi controllare se le decisioni sono in armonia e/o in contrasto.

A lato le bandiere di Forza Italia 
che sventolano in viale Monza a Milano 
in quella che era la sede del PDL


La mia risposta è nell'articolo pubblicato sul quotidiano on line L'Indipendenza sabato 21 settembre,
al link:
http://www.lindipendenza.com/forza-italia-ritorno-alle-origini-con-un-grave-handicap/



Che cosa ne dice la base del PD di tutto questo tira e molla?


Senza scomodare i sondaggisti è possibile rendersi conto con una certa facilità del pensiero dei militanti della sinistra, la mitica base del PD, della sua dirigenza impegnata in questo lungo tira e molla sulle primarie e il congresso. 

A Sesto San Giovanni, nella ex stalingrado d'Italia, all'esterno di un Circolo in centro città 
(circolo Picardi), 
è visibile sotto le insegne del partito una bacheca, con un manifesto posto all'ingresso del  circolo che si presenta tutto strappato
.

Il manifesto riporta il programma della festa dell'Unità regionale, che si è appena conclusa a Sesto, al Carroponte, e dove c'è lo strappo, una mano ignota di un militante ha scritto 
"partito di traditori"
e il metronotte ci ha pure infilato il tagliando di controllo.
A nessuno pare venga voglia di porre rimedio a quello che sarebbe stato considerato, fino a poco tempo fa, 
un insopportabile sfregio al partito che ha dominato e tuttora domina Sesto.
(Sesto S. G., foto del 17 settembre 2013) 

lunedì 23 settembre 2013

Assemblea PD: “Pacco, doppiopacco e contropaccotto”


Dietro le quinte dell'Assemblea Nazionale PD. Commento tratto da L'UNITA' 


Te lo ricordi “Pacco, doppiopacco e contropaccotto”? Ecco, la situazione è quella». Il segretario dei Giovani democratici Fausto Raciti scuote la testa e sorride a mezza bocca mentre cita il film di Nanni Loy, mentre dice che qui si credono tutti uno più furbo dell’altro e che però qualcuno rischia di finire vittima delle proprie macchinazioni, facendo comunque male a tutti quanti. 

L’Assemblea nazionale che doveva ufficialmente dare il via al congresso del Pd si chiude con un rinvio delle decisioni fondamentali alla Direzione di venerdì e un clima di sospetti che non risparmia nessuno. Il problema è che tra cinque giorni si potrà anche individuare un percorso che concili l’attuale statuto - che richiede tempi lunghi per lo svolgimento delle cosiddette «convenzioni» a livello territoriale e poi dei congressi di circolo e di federazione - con le primarie per eleggere il segretario nazionale l’8 dicembre. Ma dopo quanto avvenuto ieri nessuno dà più per scontato nulla, la tensione è alle stelle, e tutti si accusano a vicenda...

Estratto da 



RENZI: quale rapporto tra FINANZA e POLITICA? Vogliamo parlarne..
RENZI A LETTA: se hai sforato, non dare la colpa agli Italiani...
L'intervento di Renzi su:
"Un gruppo dirigente rancoroso ha cercato di buttare tutto in caciara. Non vogliono fare né il congresso né le primarie perché poi sanno che si volta pagina". Lo ha detto Matteo Renzi dopo l'Assemblea dei democratici del week-end. "Dopo aver rinviato tutto il rinviabile in Parlamento e al governo, dal finanziamento ai partiti agli F35, ora vogliono rinviare anche il congresso. Quando hanno deciso di smettere, ci facciano un colpo di telefono che noi veniamo a Roma".
tratto da:
Gli altri interventi di Epifani e Cuperlo sono ascoltabili e visibili al link:

venerdì 20 settembre 2013

Direttamente dal Museo delle Cere: Forza Italia 2.0

La novità, più vecchia che ci sia, è finalmente arrivata. Dopo oltre 40 giorni di dibattito sulla decadenza di B., direttamente dal Museo delle Cere di Arcore è comparsa Forza Italia 2.0
Ieri a Milano, nella sede del PDL in viale Monza c'è stata una breve cerimonia di ammaina bandiera, che ha visto la partecipazione di una residua coorte di ex-aennini e di qualche ex-piccolo, federato nel 2008, al progetto del Popolo della Libertà.
Anche in questa occasione il Caimano ha dimostrato di essere molto più concreto del PD, che per fare la stessa cosa ci impiegherà mesi e mesi di dibattito sulle regole, finte primarie e assemblee deliberanti. 
Non rimane altro che restare ammirati da tanta praticità - brianzola - del leader del centro destra, che non si perde dietro a scartoffie, norme, statuti e rituali tipici della democrazia dei partiti di epoca repubblicana. 
I soliti criticoni diranno che forse avrebbe dovuto convocare una qualche forma di organo assembleare del PDL, per dare una parvenza di democraticità alla decisione. Del resto anche in una bocciofila, che non prende tutto quel pacco di milioni di euro di finanziamento pubblico dallo Stato, occorre deliberare con le dovute maniere il cambio di nome e di ragione sociale.
Fatto sta che la bandiera tricolore ora sventola allegra in viale Monza a Milano:   


Roma, piazza San Lorenzo in Lucina.
Ecco le immagini di una saletta laterale, un attimo prima che fosse rimessa a posto. I quadri testimoniano il passaggio evolutivo da Forza Italia prima maniera alla versione 2.0 inaugurata ieri pomeriggio a Roma.

Immagine originale tratta da:
http://www.huffingtonpost.it/2013/09/19/berlusconi-forza-italia-battesimo-_n_3956002.html?utm_hp_ref=italy

La FED "stampa", Wall Street vola. L'Italia è immobile: si parla solo della decadenza di B. e delle regole del PD

La FED - Federal Reserve - ha deciso di mantenere invariato il programma da 85 miliardi di dollari al mese di acquisto di titoli pubblici USA.
In USA la FED continua la "stampa" di  moneta e Wall Street vola. Sono i capitoli di un disastro annunciato, come ha scritto Walter Nicola Palmieri nel suo ultimo libro uscito questi giorni da CEDAM, dal titolo profetico:
 "Guerrre della Finanza"
Info sul Blog di Palmieri : http://nicolawalterpalmieri.blogspot.it/.
e sul sito web della Casa Editrice CEDAM.
Giovedì 19 settembre il SOLE24ORE ha pubblicato un ottimo editoriale di Donato Masciandaro molto critico con Bernanke e la politica monetaria della FED, definita senza mezzi termini "opaca", termine che si oppone a trasparenza e credibilità. La tesi di Masciandaro  è che la giustificazione adottata dalla FED per stampare moneta - difendere l'occupazione negli USA - immettendo liquidità per 85 miliardi di dollari al mese, è falsa e/o fuorviante, in quanto il compito di una autorità monetaria non è quello di fare politica economica, come fosse un "attore" della prossima campagna elettorale. 
Un riassunto dei commenti si può trovare su:
http://www.formiche.net/2013/09/19/ecco-wall-street-la-city-giudicano-il-generoso-bernanke/
In Italia, da quaranta giorni, si è drammaticamente fermi allo sterile dibattito sulla decadenza di Berlusconi. IMU e tasse a parte, l'unica alternativa che viene concessa agli elettori italiani è quella di interessarsi alle regole con le quali il PD affronterà - in teoria -  il cambio della sua classe dirigente. 
Domani è convocata l'Assemblea nazionale del PD, non per parlare di politica o di che cosa fare per uscire da questo pantano, bensì di regole congressuali. Tutto questo terrà impegnati i democratici fino ai primi di dicembre.
Chi avesse problemi urgenti è pregato di non disturbare il folto gruppo di parlamentari del PD e del PDL. Forse è più facile chiedere udienza al Colle.
Tratto da il Giornale.it:
La Fed stupisce e mantiene invariato il piano di aiuti da 85 miliardi di dollari al mese. La conferma del governatore uscente Ben Bernanke al piano di sostegno all’economia e di immissione di liquidità, soprattutto attraverso l’acquisto di titoli di Stato, spinge le Borse europee che crescono oltre il punto percentuale, mentre i rendimenti sui bond di Stato sono in netta contrazione. I benefici generati dalle politiche della Federal Reserve si erano già fatti sentire ieri sera quando, dopo una lunga giornata di incertezze per l’intera seduta, Wall Street è infatti volata col Dow Jones e lo S&P 500, che volano ai massimi di tutti i tempi, e il petrolio che ha guadagnato il 2,58%.
ed anche 

mercoledì 18 settembre 2013

PD: il primo produttore italiano di regolamenti, norme transitorie e statuti


In Italia, una cosa è certa, i giuristi non moriranno mai di fame se lavorano per il PD. 

(tratto da ASCA)

Convocata l'Assemblea per produrre nuove regole per normare la regola 
Gli argomenti all'ordine del giorno, insieme alla situazione politica, saranno: comunicazioni della presidenza relative all'art. 5 dello Statuto, relativo alla durata dei mandati del segretario e dell’Assemblea nazionale; adempimenti congressuali relativi all'art. 9, sulla scelta dell’indirizzo politico mediante elezione diretta del segretario e dell’Assemblea nazionale; adempimenti statutari relativi all'art. 42, che tratta delle revisioni dello Statuto e dei Regolamenti e, infine, l'integrazione del Collegio Sindacale ai sensi dell’art. 32 dello Statuto.
 La riunione si svolgerà presso l’Auditorium della Conciliazione – via della Conciliazione, 4. L’Inizio dell’Assemblea è previsto venerdì alle 15.30, il termine dei lavori nel pomeriggio di sabato.
Le notizie relative all'Assemblea nazionale saranno disponibili sul sito internet del Pd www.partitodemocratico.it, mentre i lavori dell’Assemblea saranno trasmessi in diretta su www.youdem.tv.
Fonte: Comunicato stampa del PD

I saggi giuristi lavorano per dare al Paese altre regole.

Il lavoro del Comitato dei saggi per le riforme è finito. Il ministro Gaetano Quagliariello e Luciano Violante hanno presentato i risultati:
 "Un governo parlamentare del primo ministro"

riforme costituzionali
http://www.huffingtonpost.it/2013/09/17/quagliariello-lavoro-saggi-riforme-costituzione_n_3942084.html?utm_hp_ref=italy

La Boldrini e i partiti Frankenstein

Alla Camera dei deputati, martedì pomeriggio 10 settembre, si è svolto un siparietto tra un deputato del M5S, Di Battista, e la presidente Boldrini. Gli atti parlamentari riportano il vivace dialogo:
DI BATTISTA (M5S) “Quando noi sosteniamo che il PD è uguale al PdL, non è vero, ci siamo sbagliati: il PD è peggio del PdL (Commenti)!”
PRESIDENTE.” Non offenda!”
DI BATTISTA (M5S).” Perché se il malaffare ha rovinato questo Paese (Vivi commenti)...”
PRESIDENTE.” No, non offenda! Non offenda! La prego!”
DI BATTISTA (M5S) ”. ... è l'ipocrisia che uccide la speranza! Concludo...”
PRESIDENTE. “Usi un linguaggio consono, senza offendere, per favore!
DI BATTISTA (M5S). “D'accordo. Concludo dicendo, Presidente, con tranquillità: puniteci, sanzionateci se ce lo meritiamo; ma prima sbattete fuori dalle istituzioni i ladri che rappresentano il Popolo della Libertà (Proteste dei deputati dei gruppi Il Popolo della Libertà-Berlusconi Presidente e Partito Democratico)!
ANTONIO LEONE (PDL). “Ma chi c... ti credi di essere? Come ti permetti?”
PRESIDENTE. “Basta! Lei non può usare toni offensivi! Il rispetto delle regole passa anche da questo, onorevole Di Battista! Non continuiamo a provocare, per favore (Vivi commenti)! Colleghi, per favore! Adesso procediamo con i nostri lavori!”
 
I due partiti PD e PDL, secondo l’esponente di SEL che ha sostituito Fini, sono stati incautamente appaiati dal deputato grillino. L'inspiegabile risentimento della Boldrini è un segnale importante, che va interpretato, visto che PD e PDL sorreggono da anni gli stessi governi. Non rimane altro da fare che esaminare i due oggetti della disputa. 

L'articolo prosegue sul giornale on line al link